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Data: 18/11/2018 -

Che fine ha fatto? Moda, panchina e Dostoevskij. Nel nuovo mondo di Falsini

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Un passato da calciatore di successo, un presente e un futuro in panchina, la passione per la moda, la crisi dei settori giovanili italiani. Poi ancora Sacchi, Ronaldo il Fenomeno e gli anni di Reggio Calabria: viaggio nel nuovo mondo di Falsini
Un passato da calciatore di successo, un presente e un futuro in panchina, la passione per la moda, la crisi dei settori giovanili italiani. Poi ancora Sacchi, Ronaldo il Fenomeno e gli anni di Reggio Calabria: viaggio nel nuovo mondo di Falsini


UNIVERSITA’, CALCIO E UNA NUOVA AVVENTURA: “PRONTO AL GRANDE SALTO”

L’avventura alla guida dell’U16 della Roma finita la scorsa estate (“Dispiace, stavo facendo un ottimo lavoro insieme ai miei ragazzi ), adesso Falsini è pronto al grande salto: “In passato ho avuto molte occasioni di allenare la Prima squadra di diversi club, ma non mi sentivo pronto, non avevo la certezza di avere ancora acquisito le giuste competenze. Adesso invece sì, sento che è arrivato il momento e sono pronto ad accettare questa sfida appena arriverà l’occasione giusta”.

Nel frattempo… “Vivo nella mia Arezzo e voglio approfittare di questo momento senza calcio per provare a ultimare l’Università (è iscritto in Scienze della Comunicazione, ndr). Sto facendo il Master UEFA Pro a Coverciano e guardo almeno 2/3 partite al giorno. Nei prossimi giorni inizierò un tour in giro per l’Italia che mi porterà ad assistere da vicino agli allenamenti tra le altre di Juventus e Sassuolo. Mi piace vedere da vicino le metodologie che utilizzano, la continua ricerca del miglioramento per me è fondamentale. De Zerbi mi incuriosisce molto, lo ringrazio per avermi aperto le porte dei suoi allenamenti”, racconta Falsini.

“SACCHI UN VISIONARIO. RONALDO ERA TROPPO PIU’ FORTE”

Passione allenatore acquisita dai grandi maestri del passato: “Senza voler disconoscere le qualità degli altri, ho avuto la fortuna in carriera di essere stato allenato da Prandelli, Malesani, Ulivieri, Nevio Scala a cui devo moltissimo. E poi da Arrigo Sacchi”. Allenatore che merita in capitolo a parte. “Il primo anno a Parma l’ho avuto da allenatore, nel secondo invece da direttore tecnico. Un visionario, Arrigo. 20 anni fa ci faceva fare le stesse esercitazioni che si vedono ancora oggi nei campi d’allenamento in Serie A. Io l’ho conosciuto quando ormai era arrivato alla fine della sua carriera dal punto di vista psicofisico, ma le sue idee sono incredibilmente attuali. E poi, credimi, non ho mai visto una persona così umile ed educata”, ricorda Falsini.

Aneddoti immancabili. “Una volta fermò un’esercitazione e si avvicinò a me urlandomi di tutto. Credevo di aver fatto chissà quale errore gravissimo, invece mi disse che avevo sbagliato la mia posizione in campo di nemmeno 60 cm”. Risata e ricordi di anni bellissimi della sua carriera: “Ho avuto la fortuna di vincere una Coppa Italia con il Parma e di giocare al fianco di campioni straordinari. I più forti con cui ho giocato? Buffon, Thuram e Cannavaro. Come avversario, invece, nessun dubbio: Ronaldo il Fenomeno. Il suo modo di giocare era di una bellezza sconvolgente. Era troppo più forte di tutti gli altri. Il vero dispiacere è che sia durato pochi anni a causa degli infortuni”.

“REGGINA NEL CUORE E NON SOLO". I RICORDI DA CALCIATORE

299 presenze tra i professionisti, 167 solo in Serie A. Falsini apre l’album dei ricordi: “A Reggio Calabria ho vissuto anni bellissimi, è un popolo che porterò per sempre nel mio cuore. Al ritorno dallo spareggio salvezza vinto contro l’Atalanta a Bergamo, c’erano oltre 20 mila persone ad aspettarci all’aeroporto alla 3 di notte! Ho ricordi bellissimi di Parma, dei miei anni all’Hellas Verona, ma anche a Padova, senza dimenticare il mio primo campionato vinto con il Monza, dalla C1 alla B. Ero un ragazzino, che felicità!”. Gioie e dolori: “Perché i momenti difficili come ad esempio quello vissuti a Catania, dove ho fatto causa vincendola alla società per mobbing, mi hanno fatto vedere l’altra faccia di questo mondo, mi hanno aiutato a crescere”.

Tante soddisfazioni e anche qualche rimpianto: “Sfiorai la Nazionale con Trapattoni, eravamo in ballottaggio io e Coco. Poi grave infortunio e sogno sfumato…”. La voglia di continuare a migliorarsi e stupire, invece, in Gianluca Falsini è viva più che mai. Oggi come allora. In attesa della chiamata giusta per fare il grande salto in panchina. L’ennesimo viaggio verso la ricerca estrema della bellezza. La bellezza che salverà il mondo.

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