Due storie nella storia di un Entella – Cesena (2-2) che non soddisfa né scontenta nessuno. Due storie legate a doppio filo con l’Italia e l’Africa, quelle di Lamin Jallow e Davide Diaw. Il primo arrivato grazie alla doppietta di oggi a quota 5 reti in 10 presenze in B. Da ragazzino era considerato il miglior talento in Gambia. Classe ’95, in patria scatenò una disputa per il suo cartellino tra due squadre della prima divisione locale – il Bakau United e il Real Banjul - che, a causa di ciò, andarono incontro ad una penalizzazione in classifica. Tra i due litiganti ne approfittò il Chievo, club detentore del cartellino. “Tutto è nato quando con la nazionale maggiore sono venuto a Perugia per disputare un torneo, in quell’occasione mi videro gli osservatori del Chievo che mi prelevarono a titolo definitivo”. Per uno strano scherzo del destino l’esordio arrivò contro quel Cesena per il quale ora è un riferimento fondamentale, ancor più dopo l’infortunio di Cacia. “Spero di far tanti gol importanti, voglio la salvezza”. Veloce e potente, da migliorare forse tecnicamente. “Ai tempi di Cittadella mi paragonavano a Gervinho per la velocità devastante”. In attacco può giocare ovunque. “Non mi importa dove gioco: dove mi mette Castori gioco”, ha dichiarato in mixed. Fuori dal campo invece “sono un ragazzo tranquillo. Finito allenamento, corro sempre a casa da mia moglie dove trascorro la maggior parte del tempo. Nel tempo libero invece ascolto molta musica americana, il mio cantante preferito è Drake”.
Da Jallow a Diaw, l’altro protagonista di giornata. Padre senegalese e madre italiana ma “italiano al 100% con un pizzico di senso d’appartenenza verso la cultura africana, anche se in Africa non sono mai stato”, aveva rivelato tempo fa in esclusiva ai nostri microfoni. Il jolly di Castorina utilizzato spesso facendolo subentrare per spaccare il match, come accaduto oggi. Gol del pareggio dopo il 2-1 firmato La Mantia. 10 presenze di cui 7 dalla panchina, 2 gol. “Sono contento per il gol ma altrettanto rammaricato per il pareggio perché secondo me oggi meritavamo i 3 punti. In questo momento gira così…”, ha dichiarato il classe ‘92 in mixed. L’Entella l’ha scovato nel 2016 nel Tamai in Serie D dove segnò 13 reti in 26 apparizioni. “Quando mi ha chiamato l’Entella quasi non ci credevo: una soddisfazione unica, non ci ho pensato un attimo. Non mi interessava nemmeno sapere quanto avrei guadagnato: ho detto sì immediatamente”. All’inizio non fu tutto rose e fiori. Anzi, “ho faticato molto finendo diverse volte in tribuna ma ho cercato sempre di focalizzarmi completamente sul calcio: niente serate né altri grilli per la testa”. Ora la musica è cambiata. E pensare che per lui il calcio ad un certo punto era diventato poco più di un divertimento. “Giocavo nei dilettanti e pensavo che non ce l’avrei mai fatta, il calcio ad un certo punto non era più la mia priorità. Mi divertivo e volevo darmi da fare col lavoro: ho fatto il magazziniere oppure aiutavo un amico che possiede una catena di negozi a caricare e scaricare la merce”. Cresciuto nel settore giovanile dell’Udinese emulando nel campetto sotto casa le gesta di “Ronaldo il fenomeno, il mio idolo di sempre. Nel 2002 mi ero fatto addirittura i capelli a mezzaluna come lui ai mondiali. Mi piaceva anche Cissè ed infatti mi feci biondo in suo onore: quante ne ha dovute sopportare mia mamma…”. Da magazziniere ad arma in più dell’Entella: la svolta nella vita di Davide Diaw. La storia nella storia all’interno di Entella – Cesena insieme a quella di Lamin Jallow.