...e alla fine vince la Germania. Se il teorema di Lineker verrà rispettato anche stavolta, lo scopriremo solo domani sera nella rivincita dell'Europeo Under 21 contro la Spagna. Ma intanto la squadra di Stefan Kuntz è l'unica imbattuta della competizione, arriva alla finale di Udine con 14 gol all'attivo (in quattro gare!) e una tenuta fisica dominante.
Questo, più del talento di una rosa completa in ogni reparto, il fattore che ha logorato alla distanza la pur sorprendente Romania nel caldo torrido di Bologna (38° giovedì). In semifinale i tedeschi si sono ritrovati in svantaggio per la prima volta nel torneo, hanno ringraziato la paratona di Nubel che ha evitato l'1-3 e poi si sono presi la partita. Waldschimdt (capocannoniere della competizione con 7 reti) e Amiri sugli scudi, la ragnatela tattica di Kunz (quel fedele 4-3-1-2) a supporto.
Campione d'Europa da attaccante nel '96, il ct è riuscito a ripetersi alla guida dell'U21 due anni fa. Un'impresa compiuta con una squadra 'di Serie B', visto che i fiori all'occhiello dell'Under (Goretzka, Werner, Henrichs) erano volati in Russia per vincere la Confederations Cup con la Nazionale maggiore. Oggi Kunz può puntare al bis con le carte al completo, la consapevolezza dei trascinatori (in tre, già campioni nel 2017) e un fattore ambientale in più.
Perché se l'Italia è sempre stata la bestia nera della Mannschaft, giocare in Italia invece alla Germania porta bene. A prescindere dallo sport: Campione d'Europa nel 1980, Campione del Mondo dieci anni dopo, infine vincitrice del medagliere nelle Olimpiadi invernali del 2006. Dal '68 in poi tutto lo sport organizzato nel nostro paese l'hanno vinto loro. Lineker docet?