Inter, Ascoli Udinese, Milan e Chievo, per un totale di 11 anni in Italia. Oliver Bierhoff, dopo aver tolto gli scarpini, ha iniziato nel 2004 una carriera all’interno della Nazionale tedesca che lo porta oggi a ricoprire il ruolo di Team Manager settore giovanile e dell'Academy della Federcalcio teutonica. Alla vigilia dell’esordio in Confederations Cup della Germania, impegnata alle 17 contro l’Australia, Bierhoff si è concesso ad una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport.
Nemmeno un campione del Mondo sarà in campo a Cochi: “Non snobbiamo il torneo, cerchiamo di avere indicazioni riguardo a chi sta dietro la prima fila”. Addirittura i convocati sono 21 e non 23, come a voler snobbare la competizione:”No. Abbiamo avuto due infortunati come Sané e Demme, non li abbiamo sostituiti perché c' è sempre qualcuno ai tornei che non gioca nemmeno un minuto. Abbiamo eliminato questa probabilità. L' obbiettivo è di mandare tutti in campo”. Le pressioni dei to club europei non ci sono state: “Non ci siamo piegati, anzi al contrario. Non ci sono state perché li abbiamo anticipati. Già in inverno abbiamo comunicato che i titolari sarebbe rimasti a casa. Khedira, Kroos, quelli del Bayern, stiamo parlando di gente che arriva dall' Europeo e non ha avuto un attimo di tregua perché in Champions rimane sempre fin quasi alla fine. Molti elementi vanno fatti riposare in vista del Mondiale della prossima estate. E comunque abbiamo portato calciatori di Arsenal, Liverpool, Psg, Barcellona. Non sono società piccole”.
Rapporti con la Juve su Khedira: “Non ho ricevuto chiamate su Khedira, ogni tanto tanto parlo con Nedved. La lingua facilita i miei rapporti con l’Italia? A Roma avevo un intermediario che però adesso non è più lì. Mi piacerebbe avere più rapporti. Riguardo a cosa? «Non mi immischio in faccende tecniche, però uno scambio più frequente sarebbe utile, ci farebbe bene. Anche con Real Madrid, Barcellona, altri big”. Obiettivi nella Confederations Cup: “Forse con tutti i titolari saremmo stati i favoriti, adesso ci mettiamo dietro ad altre nazioni, soprattutto Portogallo e Cile che sono qui pressoché al completo. Ma siamo sempre campioni del Mondo, abbiamo l' obbligo di giocare bene, motivati, dobbiamo dimostrare che il calcio tedesco viene ben rappresentato, che ha altre opzioni su cui contare. Questa esperienza ci servirà”.
Nella Confederations del 2005, in Germania, si inaugurò l' era di Klinsmann-Bierhoff-Löw. I due sono ancora insieme dopo 12 anni: “Noi siamo sempre gli stessi, ma la squadra cambia continuamente: va sempre costruito qualcosa di diverso. Ci sono nuove parti da assemblare. Cambia la tattica, lo stile di gioco. E poi stiamo così poco insieme che non ci stanchiamo. Siamo felici di ritrovarci. Stavolta studieremo per il Mondiale, il vero traguardo”. Italia e Spagna stanno lottando per un posto: una potrebbe essere esclusa: “Non sarebbe un dramma per noi, anzi. Sarebbe triste per il calcio, ma non correremmo il rischio di trovare un avversario forte. Comunque penso che anche la seconda di quel girone riuscirà, attraverso il playoff, ad arrivare in Russia”. Il 2 luglio, giorno della finale della Confederations Cup, sarà anche il primo anniversario della prima vittoria della Germania sull' Italia a un torneo: “Non ci avevo pensato. Direi che il successo sull' Italia nei quarti dell' Europeo, un anno fa, vale di più di questa coppa, come momento emozionante. Perché è stato un passo storico, perché la partita è stata spettacolare e drammatica, risolta ai rigori. Quindi,
se saremo ancora in Russia, la sera prima brinderemo con un buon bicchiere di
vino e poi penseremo al prossimo obbiettivo”.