E pensare che la partita di questa sera, Gerard Moreno avrebbe potuto giocarla con la maglia del Real Madrid. Invece l’attaccante blanquiazul oggi ha esultato con quella dell’Espanyol. Al 93’. Il gol che non ti aspetti, ma in cui speri fino all’ultimo. Anzi sì, i tifosi da lui se l’aspettano. Non a caso Moreno finora in stagione ha firmato poco più del 45 per cento dei gol totali segnati dal club finora in Liga. Trascinatore. O meglio: 'L’essenza dell’Espanyol', per riprendere il titolo con cui El Pais ha incorniciato e celebrato la carriera e questa stagione in particolare dell’attaccante classe ’92.
Catalano, nato a Santa Perpètua de Mogoda, è ritornato ‘a casa’ solo nel 2015. Prima Villarreal, poi Maiorca e quell’addio alla Catalogna datato 2010 che comunque non gli ha fatto venire il minimo dubbio quando è arrivata la chiamata dall’Espanyol. Senza rancori, insomma. Un ritorno voluto, perché fino all’estate 2010 ha giocato nel Badalona Jugend; quella porzione di Spagna inevitabilmente è casa sua. No, non Madrid. E basta tornare un altro po’ indietro nel tempo, nel 2008, per un altro flashback: il no al Real. Come un cerchio che si chiude, da allora ad oggi. Da quel rifiuto al gol che condanna sempre più la squadra di Zidane al terzo posto in Liga. Distante 14 punti dal Barcellona (momentaneamente) e con il Valencia che domani, battendo l’Atletico Bilbao, può sorpassare le merengues.
“Mio padre aveva dato la sua parola al Villarreal, e così anche io. Ci avevano invitato a vedere le strutture del club e ci avevano spiegato come sarebbe stata la vita lì. Ci è sembrato tutto subito perfetto ed è questo quello che desideri a quell’età””, ha ricordato Moreno riguardo quel ‘no’ al Real dieci anni fa. Senza ripensamenti allora, senza rimpianti adesso. L’Espanyol ora se lo gode, con i suoi gol, ma anni fa Gerard fu costretto a lasciare il club per cui ha sempre fatto il tifo. “Quando sei molto giovane non è facile andare via dalla tua squadra del cuore. E’ difficile da capire ma alla fine l’ho accettato e l’ho presa anche abbastanza bene. I miei genitori e mio fratello, in questo senso, però mi avevano preparato mentalmente, in modo tale che quella notizia non mi sorprendesse più di tanto”, ha raccontato Moreno.
Un addio frutto di alcune decisioni del club di voler puntare su altri attaccanti e non su di lui. “Oggi però Gerard ha dimostrato che si sbagliavano!”, così e con pochi dubbi l’ex allenatore delle giovanili dell’Espanyol, Lluís Planagumà. Uno che conosce Moreno da sempre, da quando si era presentato ad un allenamento con una cicatrice sul volto rimediata durante uno scontro di gioco finito con un suo gol. Astuzia, sacrificio, competitività e forza talvolta “bestiale”. A volte sgraziato ma con una capacità di trovare la porta che non gli è mai mancata. In più, forte caratterialmente e mentalmente. Chi lo conosce sa che il merito di ciò è anche della sua famiglia, in particolare del padre. “Non è mai stato il tipico papà che ti dice che stai facendo tutto bene, né quello che ti mostra soltanto i difetti. Voleva solo che non abbassassi mai la guardia”. E così è stato per Gerard Moreno. Da quello che si è rivelato solo un ‘arrivederci’ alla Catalogna al gol di questa sera contro il Real Madrid (dopo aver segnato anche al Barça, sempre in questa stagione), per un 1-0 all’ultimo respiro in cui lui si è rivelato decisivo. E Lopetegui lo osserva…