Ha urlato di rabbia ed esultato quando non ci credeva più. Igor Tudor ha visto il suo Verona andare avanti di due gol, poi farsi rimontare e trovare il definitivo pareggio con Kalinic. Un punto che lo accontenta a metà: “Sono arrabbiato e sollevato – ha detto a Sky Sport -. Sono contento per i ragazzi, perché abbiamo rischiato di non prendere nemmeno un punto. Il calcio è questo, invece di finire 3-0 finisce così”.
Quello che non gli va giù è il rigore concesso al Genoa: “E’ stato un regalo dell’arbitro. Quando vedo queste cose, da ex giocatore, impazzisco. Dall’anno scorso che lotto per questa cosa: il ragazzo stava correndo, non guardava nemmeno la palla. Cosa doveva fare? Tagliare il braccio. Non si può correre in un altro modo, gli arbitri dovrebbero parlare un po’ di più con gli allenatori i questi episodi”.
Il gioco che predica Tudor è dispendioso, lo ha dimostrato anche stasera: “Per fare giocare questo tipo di calcio, ossia stare a uomo per novanta minuti, non devi stare bene, di più, altrimenti si soffre. Simeone un attaccante da 20 gol a stagione? Io penso che è un giocatore straordinario, quelle cifre sono tanta roba, ma può arrivare vicino. Il reparto offensivo è tanta roba, sta a loro mettermi in difficoltà”.
“Da difensore quale attaccante mi avrebbe messo in difficoltà? Dipende dal modo di giocare, se una squadra sta alta, ad esempio, con Lasagna sarebbe stato difficile”, ha concluso l’allenatore del Verona.