Giuseppe Rossi è tornato, ancora una volta. E’ caduto e si è rialzato, ma ormai ci abbiamo fatto tutti l’abitudine. Trasferitosi al Genoa alla fine dello scorso anno, Pepito si è rimesso in sesto e, due settimane fa, è tornato al gol contro la sua Fiorentina: “Quando hai le ginocchia fragili, devi ripartire mettendoci la testa. Se è fragile pure quella, allora difficilmente avrai la forza di rimetterti in piedi”, racconta in un’intervista concessa ai microfoni del Corriere dello Sport. Tanti infortuni in carriera, ma l’idea di smettere non è mai passata per la testa di Pepito: “Queste sono cose che hanno detto gli altri, ma che io non ho mai neppure preso in considerazione. Quest’estate lavoravo in palestra per ore, faticavo e mi chiedevo perché lo facessi, visto che ero svincolato. L’ho fatto per tornare e ci sono riuscito. Sono al Genoa, sono tornato in campo. E, soprattutto, al gol. Ho ancora qualche soddisfazione da levarmi”. Soddisfazioni o sogni, per Giuseppe cambia poco: entrambi sono colorati di azzurro. “Vestire la maglia della Nazionale è stato meraviglioso per me. La prima volta con l’Italia è il ricordo più bello che ho: un dozzina di anni prima ero allo stadio incantato dalle giocate di Baggio, a poco più di vent’anni scendevo in campo a cantare l’inno con i campioni del mondo… Fu qualcosa di indescrivibile”. Tuttora, la Nazionale è l’obiettivo numero 1 di Rossi: “Ho saltato i Mondiali 2010 e 2014, in più anche l’Europeo. Eppure, il sogno di vestire azzurro in una grande competizioni non è ancora tramontato: so che dovrò lavorare tanto per meritarmi la convocazione, ma ce la metterò tutta”. Agli Europei del 2020, Pepito avrà 33 anni: un suo ritorno in azzurro, a due stagioni di distanza, non è da escludere affatto.
L’intervista completa sul Corriere dello Sport