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Data: 20/04/2018 -

Genoa, Preziosi su Ballardini: “Parleremo, comunque vada gli sarò sempre grato. Perin? Se avrà un’opportunità importante non lo tratterremo”

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Un progetto imprenditoriale lontano dal mondo del pallone, la salvezza del Genoa ad un passo. Il futuro di Mattia Perin e quello di Davide Ballardini: è un Enrico Preziosi a 360 gradi quello che è tornato a parlare a pochi giorni dalla sfida della possibile matematica, a cominciare dalla possibile riconferma o un nuovo addio all’allenatore rossoblu.

Il futuro di Ballardini? Sarei dovuto andare a cena con lui stasera, non accadrà visto che mi hanno derubato nella casa di Desenzano e non ci sarò, ma non era in discussione la conferma o la riconferma: questo è un argomento che toccherò al momento giusto, a salvezza raggiunta matematicamente. Ci sono ancora cinque partite, voglio andare avanti e finire il campionato: Ballardini non ha fatto un buon lavoro ma un ottimo lavoro visto come eravamo conciati. - le parole del Presidente del Genoa questa mattina dal Grand Hotel Miramare di Santa Margherita Ligure, in occasione della Conferenza di presentazione del Progetto di ampliamento dell’Autorimessa Portofino - La mia decisione è già presa, ma non ve la dico, so esattamente cosa devo fare: sono sereno e sarò sempre grato a Ballardini, anche perché tra di noi c'è rispetto. Di certo non sceglierò il tecnico in base all'emotività o secondo un calcolo preciso per i tifosi. Primo devo parlare chiaro con l’allenatore, abbiamo un piano che dovrà essere condiviso da qualsiasi allenatore che ci sarà, se non sarà condivisio da Ballardini ognuno potrà andare per la sua strada. Quello che c’è di sicuro è che non voglio più un’altra stagione come le ultime, voglio essere sicuro di non soffrire più”.

Magari non ci giocheremo le coppe, ma di certo non voglio ritrovarmi con le ultime. Stiamo lavorando per evitare altre sofferenze, abbiamo in mente un piano con dei giocatori e in testa di discutere il piano con l’allenatore, ma un altro anno così non lo voglio più passare. Tornerò anche allo stadio, probabilmente con la Fiorentina assieme al mio nipotino, è giusto azzerare la negatività e creare un clima più sereno”. Dal futuro del tecnico alla questione Ferraris, con la strada intrapresa dell’acquisto congiunto con la Sampdoria. “Stamattina ho incontrato il presidente Ferrero, visto che vive nel mio albergo, ci sono lavori enormi da fare: aspettiamo la perizia in corso e lo prenderemo se ci saranno le condizioni giuste per farlo, fosse per me non darei nemmeno un milione ma zero, perché ci saranno poi spese enormi da sostenere. Poi ho già detto al sindaco che mi piacerebbe avere una casa del Genoa, senza che ci sia mescolanza: magari un domani compreremo la quota della Sampdoria o lo faranno loro, così che potremo avere tutte e due il nostro stadio”.

Dal Ferraris al numero uno pronto a difendere ogni giornata la porta del Genoa. “Il futuro di Perin? Con Mattia ci siamo siamo parlati, è genoano dentro, consapevole che se ci sarà un’opportunità che a lui piace potrà andare via, di certo non andrà a scadenza di contratto, ma da parte nostra non c'è nessun interesse che Perin vada via ed egoisticamente spero che l’offerta non arrivi. Perinetti? Il nostro rapporto non è solo quello Presidente Direttore, ma di due persone che si conoscono da trent’anni e che hanno già lavorato insieme. Ci siamo detti, stiamo insieme tre anni e poi vediamo, ma nel calcio non ci sono vincoli: se domani vendo e Perinetti è venuto perché l’ho chiamato io può lasciare. Se la mia politica non incontra quello che può essere un suo modo o un suo luogo può se ne va, ma nel frattempo io l’ho chiamato ed è venuto e non credo proprio ci sia il rischio che ci saluti”.

A chiudere l’intervento del numero uno rossoblu, una battuta sul possibile arrivo di Mancini sulla panchina della Nazionale. Chi allena la Nazionale deve capire che più che essere un allenatore deve essere un gestore. Il fatto che Malagò abbia scelto o sceglierà Mancini fa piacere perché é un grande allenatore: però è un nome, magari con più o meno esperienza di Ventura non lo so. Guidare la Nazionale come detto è però una cosa diversa che allenare un club, chi arriva deve sapere che il campo per lavorare tutti i giorni non ce l’ha”.



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