Vittoria che manca da tempo e due soli punti nelle ultime cinque giornate di campionato: è un match importante il prossimo contro il Pescara per il Genoa di Ivan Juric. Clima comunque disteso in casa rossoblu, con il presidente Enrico Preziosi che, in attesa di un segnale importante, ha voluto dimostrare grande vicinanza alla squadra in un momento delicato. Prima l'incontro a pranzo con l'allenatore, poi l'allenamento seguito da vicino a Pegli: al termine, il massimo dirigente rossoblu è intervenuto ai microfoni dei cronisti presenti: "In molti dicono che Pescara possa essere l'ultima spiaggia per Juric? Intanto solo io so quello di cui parlo con l'allenatore - ha detto Preziosi -, quindi vale ciò di cui parliamo io e lui. Il calcio dà anche queste cose, ma se noi stiamo ad ascoltare le chiacchiere o i giornali allora non facciamo il nostro mestiere. Un professionista sa benissimo che corre dei rischi quando assume un compito, così come lo fanno i giocatori e così come lo fa il presidente. Fiducia incondizionata? La fiducia esiste perché io l'ho assunto, ma non esiste la fiducia incondizionata da nessuna parte del mondo. Fiducia a tempo? Io non faccio nessun tempo, i tempi li stabilite voi. Per qualcuno già due mesi fa ci sarebbe dovuto essere il cambio, due mesi fa avremmo già dovuto vendere ad un arabo. Voi fate e disfate, ma io dico solo che, chi sta nel calcio, sa come vanno certe situazioni. Dico assolutamente che Juric è un grandissimo allenatore e privarmi di questo allenatore mi dispiacerebbe. I nostri rapporti sono affettuosi oltre che di stima, quindi, più di questo non posso dire. Come sta vivendo questo momento? L'ho visto sereno oggi a pranzo, è convinto che attraverso il lavoro arriveranno i risultati e quindi non lo vedo per niente tremante, è nella sua natura".
"Il calcio è questo, a volte é un saliscendi tra cose positive e cose negative - ha proseguito il presidente del Genoa - . Adesso ci stanno toccando molte cose negative tra infortuni e situazioni strane, io però l'ho detto ai ragazzi, siamo in un momento di difficoltà, è inutile nasconderci e dobbiamo venirne fuori. Perché dietro ad un giocatore c'è sempre prima un uomo, noi dobbiamo dimostrare di essere uomini e di non aver paura perché la paura è una cosa che non tollero. Il rispetto si per qualsiasi avversario, ma la paura no. E questo è quindi quello che abbiamo trasmesso ai nostri ragazzi, poi è chiaro che i nostri valori li abbiamo, noi abbiamo bisogno ci giri anche qualche episodio a favore come è successo anche a qualcun altro, a volta capita ad una squadra a volte ad un'altra". Situazione delicata in casa rossoblu anche a causa dei numerosi infortuni, tra i quali anche quello di Miguel Veloso. Proprio del centrocampista portoghese ha parlato Preziosi, svelando un retroscena di mercato: "È sempre stato così il calcio, e questo momento in modo particolare perché non mi aspettavo il nuovo stop di Miguel (Veloso, ndr), dopo essere stato già due mesi fermo. Psicologicamente per il gruppo e anche per il sottoscritto è stato un brutto colpo. Dieci giorni fa poi lui ha rifiutato cifre pazzesche dalla Cina per continuare a darci una mano e il fatto che appena rientrato si sia nuovamente fatto male mi dispiace particolarmente". Spazio anche al mancato arrivo di Hernanes. "Lo aspettavamo, aveva dato una certa disponibilità ma il ragazzo alla fine non si è voluto avventurare in una società che in questo momento sta attraversando qualche difficoltà. I giocatori e i procuratori ragionano in una certa maniera, io so che l'ultimo giorno di mercato Marotta mi ha chiamato dandomi la disponibilità per Hernanes, che poi ha mandato un messaggio a mio figlio Fabrizio ringraziandoci per il nostro interesse ma dicendo che preferiva per questo periodo restare ancora alla Juventus".
Chiusura sul calciomercato: "Troppo facile dire che manca Pavoletti, ma in realtà i gol li ha fatti Simeone - ha concluso Preziosi -. L'unico giocatore che manca è Rincon, ma manca più il Rincon dell'anno scorso che quello di questa stagione. Forse siamo stati intempestivi, non siamo riusciti a fare in modo che coincidessero uscita ed entrata di un giocatore, ma questo non dipendeva da noi, tanto più che alla fine abbiamo preso due giocatori. Il discorso è che non sempre si può fare secondo i desideri di qualcuno. Noi dobbiamo pensare alla società e credo che si sia fatto tutto il bene per la società. Sono stati arrivi in funzione, in prospettiva di una salvezza che a dicembre già appariva scontata e che permetteva di pensare al futuro mettendo dentro giocatori che avessero delle qualità precise. Non a caso é arrivato Morosini, uno dei giocatori più importanti della Serie B, e questi sono investimenti. Così come per Hiljemark, Simeone l'abbiamo pagato. Noi non è che abbiamo trattenuto, nello stesso tempo continuiamo anche noi e il sottoscritto a metterci soldi per sistemare tutti i conti. La gente non lo sa dei sacrifici che facciamo, però se hanno questa convinzione continuo a rispettare il loro parere pur avendo la coscienza non più che tranquilla, serena di fare tutto quello che è possibile fare".
Data: 16/02/2017 -