Cambiare in corsa per correggere gli errori fatti. Modificare mentalità e stile di gioco per raggiungere il più in fretta possibile l’obiettivo salvezza, diventato primario dopo un avvio complicato. Cadere per poi rialzarsi, che alla fine è quello che è successo anche a Perin, capitano del Genoa camaleontico: “Pensavamo di poter puntare alla zona medio-alta della classifica. Ma la realtà era diversa: siamo stati intelligenti a metabolizzare l’errore ed a cambiare atteggiamento e stile di gioco- analizza Perin alla Gazzetta dello Sport- Ora siamo praticamente salvi a sei giornate dalla fine e vogliamo trasformare la stagione da mediocre a dignitosa. Obiettivo almeno quota 45 punti. Ho un eccellente rapporto con la città, Genova mi ha quasi adottato, sono arrivato a 15 anni. Se una giornata nasce storta guardo il mare da casa e mi torna il sorriso. Gli infortuni? Senza tutto questo non sarei il Mattia di oggi. A mia figlia Vittoria e a quelli che verranno in futuro dirò che nonostante gli infortuni ho raggiunto i miei obiettivi. Dopo il Milan si parla di Napoli per il mio futuro? Le voci di mercato non mi infastidiscono. Finché si gioca, testa solo al campo, non spreco energie pensando al futuro. Le parole di Buffon? C’è chi ha detto cose più pensati nel nostro ambiente, ma le sue parole sono sempre amplificate. La Nazionale? Un obiettivo, non un’ossessione. Quando Gigi smetterà, quanti pretendenti. Penso a Donnarumma, ma pure a Sportiello, Sirigu, Meret, Cragno, Consigli. Più c’è competizione più il livello si alza”.
L'intervista completa sulla Gazzetta dello Sport in edicola oggi.