Avanti con Andrea Mandorlini, questa la decisione dei vertici societari del Genoa. In 5 partite con l'allenatore romagnolo in panchina lo score parla di un pari, una vittoria e tre sconfitte, con la zona pericolosa che rimane comunque distante 12 punti. Nessun rischio imminente, ma il Genoa dovrà rialzarsi, dopo lo shock di quattro giorni fa contro l'Atalanta. "Domenica dopo la gara ho scelto di non dire nulla, di non parlare" - dichiara Mandorlini nel corso di un'intervista concessa al Secolo XIX - "Non mi andava di cercare banalità e scuse, ero troppo deluso, troppo affranto. Arrabbiato. Ero convinto che fossimo preparati per la gara con l'Atalanta, invece è andato tutto storto, è saltato tutto".
Si dice che in molti abbiano chiesto il suo esonero: "Ho sentito queste voci che rimbalzano in giro, accade in tutti gli spogliatoi, il calcio è fatto anche di questo. Però io sono un professionista e vado avanti per la mia strada. Conosco la realtà e non mi faccio scalfire da questo tipo di storie. Io sono qui a Genova per lavorare per il Genoa e per tirare fuori il più possibile da questo gruppo. La squadra è compatta e stiamo affrontando insieme un momento davvero difficile per tutti".
C'è la necessità di cambiamenti: "Con la squadra ho avuto un lungo confronto qui a Pegli e ci siamo chiariti su alcune cose. Ho fatto capire che ho la forza di andare avanti, una forza che ho ricevuto direttamente dalla società, proprio per andare avanti. Vanno fatte tante cose, vanno cambiate alcune situazioni. Dobbiamo salvarci il più in fretta possibile. Con i giocatori ci siamo parlati e siamo d'accordo sul fatto che possiamo e dobbiamo ripartire. Ho la forza per cercare una svolta, me l'ha data il presidente".
La promessa: "Noi giochiamo per la nostra gente. Non è facile uscire da questa situazione, ma abbiamo il compito di farlo. I nostri tifosi devono sapere che stiamo compiendo ogni sforzo per riuscirci e il mio appello, che è quello della squadra, è quello di starci vicini. I momento è duro e abbiamo bisogno di loro".