Occhi sgranati, il cuore a mille. Nel cassetto, il sogno di ogni bambino che corre dietro ad un pallone, diventare un giorno calciatore. Portieri, attaccanti, sul prato del 'Fulpmer Fussball' di Neustift ci sono tutti: pronti a vivere una settimana tra gioco, divertimento e sogni, i bambini del Genoa Camp 2016. Oggi protagonisti di un incontro speciale, Leonardo Pavoletti da una parte ed Ezequiel Munoz dall'altra, in testa mille domande. "Un consiglio ai ragazzi? - le prime parole del difensore argentino - Pensate solo a divertirvi, perché giocare a calcio è la cosa più bella del mondo". "State insieme e fate squadra, che è la cosa più importante di tutte, per raggiungere un obiettivo bisogna essere uniti, altrimenti non si va da nessuna parte" continua l'attaccante, che alla prima domanda dei piccoli giornalisti per un giorno viene subito incalzato sul futuro.
"Se resto al Genoa? Io ad ora indosso ancora questa maglia, sono contento così, poi..." lasciando aperte le porte a qualsiasi scenario. Chiusa la parentesi calciomercato, le curiosità dei piccoli grifoni si spostano sulla vita lontana dal campo. "Se mi piace come mi sveglia Perin? - il riferimento è all'ultimo video postato dal numero uno rossoblù, che sveglia il compagno di stanza cantando - Ecco vi dico subito, chi vuole fare la carriera di Perin guardi le sue parate e quello che fa dentro al campo, non quello che fa fuori" scherza il Pavo. Quello in campo è ancora lontano, ma il Derby della Lanterna, si sa, a Genova è vissuto tutto l'anno. Puntuale, ecco arrivare qualche domanda sulla stracittadina. "Quante gomitate ho preso da Diakité al derby? Lui sì dava le gomitate, noi si segnava" la risposta del numero 19 ad accendere i piccoli tifosi rossoblù". "Com'è stato trasferirsi dalla Sampdoria al Genoa? - la domanda per Munoz - Maglia diversa, ma la città è la stessa, la Sampdoria però ora è il passato. Forza Genoa".
Tra botta e risposta, l'ultima domanda é di nuovo per Pavoletti e sul suo modo di esultare (mano a 'spolverare' la spalla), quattordici quelle nell'ultimo campionato. "Esulto così perché fin da ragazzo mi hanno detto che non avrei fatto carriera, che non avrei potuto giocare in C. Invece ho giocato in B e ora in A, e tutte le volte che faccio gol dimostro a quelle persone che non hanno creduto in me che si sbagliavano". Crederci sempre, questo il messaggio di 'Pavoloso', esploso tardi si ma ugualmente finito nel mirino delle grandi, ai piccoli tifosi rossoblù. Giornalisti per un giorno, tra sogni e speranze. La prima, quella di vedere ancora il Pavo esultare sotto la Nord.
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