Da Genova a San Pietroburgo, poi di nuovo a Genova. In mezzo, la Champions League, l'Europa League e la fascia da capitano al braccio nel corso dell'ultima stagione. Mimmo Criscito ora è pronto a tornare a casa, dalla prossima stagione la sua maglia sarà ancora quella del Genoa. Mimmo non è più quel ragazzino che, ad appena 16 anni, faceva l'esordio tra i professionisti proprio con la maglia rossoblù; e neppure il ventiquattrenne pronto al salto di qualità, poi trasferitosi in Russia per diventare "grande".
"Ho 31 anni, 70 partite giocate a livello internazionale e tanta esperienza: torno per diventare un punto di riferimento", ha spiegato Criscito sulle pagine del Secolo XIX. "Genova è casa mia, venire qui è stata una scelta che ho preso insieme alla mia famiglia. A dicembre ho incontrato Preziosi, dopo dieci minuti insieme eravamo già d'accordo su quello che sarebbe stato il mio futuro. Sarei potuto tornare già lo scorso anno, ma Mancini mi chiese di rimanere allo Zenit".
Appuntamento rimandato, allora, ma solo qualche mese: "L'accoglienza al Ferraris di domenica scorsa è stata strepitosa. Ho preso questa decisione con il cuore, l'Inter mi offriva un ingaggio pari al doppio che percepirò qui. Mi piace l'idea di spiegare ai nuovi cosa significhi indossare questa maglia. Io capitano? Al momento è Perin, sarei felice se rimanesse perché è un grande giocatore. Capisco, però, che abbia voglia di crescere e di giocare la Champions: dovesse partire, sono pronto a prendere il suo posto".
Fascia di capitano al braccio, fascia sinistra in campo: allo Zenit, a Mimmo erano garantite entrambe: "Merito di Mancini, che mi stima tanto. Grazie a lui ho ritrovato la Nazionale, che mi mancava dal 2014. Miro a recuperare il tempo perduto e sono convinto che la prossima sarà una grande stagione".
L'intervista completa sul Secolo XIX