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Data: 11/11/2020 -

Il "Boss" Galliani in Grand Hotel Calciomercato: quella volta che.. "Ma dove l'avete presto questo Ricardo?"

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Nel mondo del calcio esiste un solo Cavaliere e un solo Boss. Silvio Berlusconi a braccetto con Adriano Galliani, una scintilla d’amore scoccata nel 1979 e che dura ancora oggi. Dal Monza al Milan, dal Milan al Monza. Con professionalità, competenza e passione. In Grand Hotel Calciomercato c’è un capitolo solo su di loro, aneddoti, curiosità, retroscena su come sono arrivati a vincere tutto in rossonero.

Galliani Monza GDM

Il Boss, Adriano Galliani, ha un solo modello d’azione: il tenente colonnello Oliver North, un ex marine reduce dalla guerra del Vietnam. Uno che, in un modo o nell’altro, ha sempre raggiunto l’obiettivo, a costo di finire in galera. L’importante è non tradire la fiducia di chi crede nelle tue capacità. «È stato il presidente Reagan a mandarla?» gli chiesero. «Io? Reagan? Mai sentito.» Ecco, questa è il concetto. C’è un colpo che resta nella memoria dei milanisti, anche più giovani: Ricardo Kakà. La vocina arriva dal Sudamerica. E’ l’ex giocatore rossonero Leonardo a consigliare. «Boss, non si faccia scappare Ricardo, ne vale la pena.»  Galliani si fida e procede nei discorsi col San Paolo. È ferragosto, il mercato sta quasi finendo e in Sardegna non ci sono stampanti all’orizzonte. «Sto aspettando i fogli dal Brasile! Mi serve un aiuto» strilla Adriano in pantaloncini da mare all’agente immobiliare che ogni anno gli affitta le case in Costa Smeralda.

Kakà Milan IMAGE.jpg

Il fax in qualche modo arriva, l’affare si chiude a 7 milioni e mezzo di dollari. Ancelotti non ne sa nulla e si ritrova Kakà direttamente a Milanello per il primo allenamento: al termine della sgambata, con tanto di partitella finale, l’allenatore decide di chiamare Galliani.

Galliani libro GDM.jpeg

«Ma dove l’avete preso? È un fenomeno!! Non ne ho mai visto uno così.» Il ragazzino soffia persino il posto a un mostro sacro come Rui Costa, il numero 10, il più talentuoso, che però alza le mani e ammette con il consueto stile: «Questo è più forte di me.». Kakà vincerà il Pallone d’oro diventando uno dei più forti. Facendo le fortune di chi ha avuto il coraggio di puntare su di lui: il Cavaliere e il Boss.



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