Wojciech Szczęsny, da incompreso a "fenomeno". A Roma ancora si stropicciano gli occhi per la strepitosa parata sul tiro di Ocampos di domenica scorsa, solo l'ultima delle prodezze di questa stagione. "Coso" è ora idolo della tifoseria giallorossa e nella capitale non sono gli unici a essersi ricreduti:
"Non mi piaceva affatto l’anno scorso, quando era appena arrivato in Italia" - ammette Giovanni Galli nel corso di un'intervista concessa al Corriere dello Sport - "Adesso invece è cresciuto così tanto da diventare un punto di forza della Roma. E’ ormai uno dei migliori della Serie A. E non è facile imporsi in un campionato dove la nostra scuola è così forte. In Europa, forse non è al livello di Neuer e del podio, ma di sicuro tra i primi dieci: ormai Szczesny è un portiere completo. Conosco bene i sistemi di lavoro dell’Arsenal, perché li ho visti con i miei occhi: lì preparano i portieri al massimo sotto il profilo fisico, per forza ed esplosività, ma non insegnano la tecnica. Al suo arrivo a Roma, non conosceva i movimenti laterali, i tempi delle uscite, tutte le cose che in Italia si studiano già negli allenamenti con le squadre giovanili. Infatti sono rimasto sorpreso quando Spalletti ha insistito per confermarlo. Invece a quanto pare mi sbagliavo".
A questo punto la Roma dovrà prendere una decisione: puntare su Alisson e Skorupski o investire su Szczęsny? "Dipende dai costi. Se ti chiedono 10 milioni è un conto, se ne vogliono 30 è un altro tanto più che la Roma ha già Alisson. Ma vi dico una cosa, da portiere: se l’allenatore crede in lui e lo vuole, bisogna accontentarlo. Questo è un ruolo particolare, nel quale la tranquillità è fondamentale. Guardate la Roma degli ultimi tempi. Con lui i compagni si sentono al sicuro. Ed è fondamentale per evitare gli errori. Io per esempio non ero un fenomeno tra i pali ma mi facevo sentire con i miei difensori. E loro recepivano la mia personalità".