Conosce bene il ruolo Giovanni Galli, che in un intervista rilasciata al Corriere dello Sport, fa il punto sui più forti numeri 1 presenti in Italia attualmente. Partendo dai cambi di Torino e Roma: “Credo che le società abbiano deciso di puntare su giocatori propri, come il Torino e la Roma: Szczesny era in prestito, la società aveva fatto un investimento su Alisson, l’ha provato per una stagione e poi l’ha promosso come titolare. Alisson è bravo. Chi ci ha guadagnato dal cambio? Il Torino con Sirigu. Ma sono contento ancora di più per il Cagliari, o meglio, per Cragno: aveva già toccato la Serie A, pagando però il noviziato e il gioco scriteriato di Zeman. Adesso può aprire un ciclo di 10 anni in Sardegna, a meno che non arrivi qualche grande club a prenderlo”. Ci sono state pure alcune squadre con portieri in discussione, come il Napoli con Reina: “Non capisco come si faccia ad avere dei dubbi su un portiere del genere. Non mi è piaciuta l’uscita pubblica di De Laurentiis, se devi dirgli qualcosa lo fai a quattr’occhi, in quel modo lo ferisci e basta. Reina è un portiere di grande personalità, un uomo-guida dentro lo spogliatoio, trasmette sicurezza alla squadra e ha un carattere così forte da intimorire gli avversari”.
La Fiorentina potrebbe passare da Tatarusanu a Sportiello: “Nei suoi anni all’Atalanta, Sportiello aveva fatto vedere grandi cose, era uno da Nazionale. Non credo che sia stato una meteora e se tornerà il portiere di allora, anche per lui si riaprirà il discorso della Nazionale”. I portieri italiani restano la maggioranza rispetto agli stranieri: “E questo è giusto, vengono ristabiliti il giudizio e il valore. La scuola italiana è la migliore. Gli stranieri che sono venuti da noi, sono migliorati tutti, a cominciare da Taffarel e da Dida. Vale anche per Hart: in Inghilterra tornerà un portiere più completo”. La nuova generazione è di spessore: “E’ di un livello eccellente. Accanto a Donnarumma ci sono Meret, Scuffet, ora Cragno, oltre a Perin e Sportiello che sono un po’ più avanti come età. Ma l’aspetto positivo è che c’è comunque un ricambio di ottima qualità”. Neto ha lasciato la panchina della Juve per tornare a giocare. E’ vero che ha vinto due volte la Coppa Italia, ma un portiere del suo livello poteva giocare titolare altrove: “Ha buttato via la possibilità di essere il titolare della Seleçao, questo sì. Perché se fosse stato titolare in qualunque squadra, nessuno gli avrebbe tolto quel posto. Ma alla Juve è cresciuto, sotto la cura di Filippi, specialmente sul piano della personalità: quando vai in campo non sei solo il portiere della squadra più forte d’Italia, ma sei soprattutto il sostituto di Buffon. E non è facile sostituire Gigi”.