Nove anni, tanto è durato il sodalizio tra Filippo Galli e il Milan. Da responsabile del settore giovanile ha sfornato e creato talenti pronti per la prima squadra. Un orgoglio personale oltre che un dato di fatto. Dal 1 luglio, però, Galli lascerà l’incarico che ricopriva dall'estate del 2009 e al suo posto arriverà Mario Beretta. Un addio che arriva al termine di quella che è stata la stagione 'migliore' per quanto riguarda l'età media della prima squadra del Milan: 25 anni e 164 giorni di età media, quella rossonera è stata la rosa più giovane dell’ultimo campionato. Un traguardo raggiunto anche grazie a lui. Alla Gazzetta dello Sport ha parlato di questo addio che fa male e di quelle che sono state le sue gioie e i suoi rimpianti:
"Addio al Milan? E' stata una mia scelta, come quando ho lasciato il calcio giocato, ma stavolta c’è molta più delusione, lo dico senza polemica ma non voglio nascondermi. E' una decisione che ho dovuto maturare mio malgrado: l’area tecnica del Milan mi aveva offerto di restare come n.1 del settore giovanile, e di questo sono stato felice, ma avrei dovuto rinunciare ai miei collaboratori storici.
Gli ex del vivaio di cui vado più fiero? Di sicuro i 4 in prima squadra: Donnarumma, Calabria, Locatelli e Cutrone, ma ce ne sono anche altri. L'errore? Aubameyang era con me quando allenavo la Primavera, ma allora era più difficile entrare in prima squadra. Anche Cristante... andava aspettato. Chi mi impressionò subito? Troppo facile dire Donnarumma, ma l'altro fu sicuramente Verdi. Chiamai Galliani e gli dissi: '“Attenzione, questo scricciolo è un fenomeno'. Tanti giovani ma poche vittorie nelle giovanili? La vittoria conta tantissimo, ma se ogni anno mando un giovane in prioma squadra ho stravinto. Al Milan abbiamo lasciato il futuro pronto".
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