Una storia tutta Magiara, narra, che un bambino ungherese di nome Gabor, non era molto bravo a giocare con i piedi, così, con gli amici andava a giocare in porta. Quel ruolo, pian piano divertì sempre più il piccolo Gabor, che però tornava sempre a casa con le ginocchia malconce a causa dei continui tuffi su “campi” composti da qualsiasi cosa meno che di erba. Allora il padre gli fece indossare dei pantaloni lunghi e neri, i classici pantaloni della tuta, e da quel giorno non si fece più male.
Il mito inizia qui, la leggenda ungherese qualche anno dopo. Nel 1996, quando Gabor non riuscì a giocare con i fedelissimi pantaloni neri, poichè la madre aveva deciso di lavarli. Troppo sporchi, troppa terra, troppo e basta per qualsiasi madre, fissata con la pulizia. Gabor dovette scendere in campo con dei pantaloni di tuta felpati grigi, che fecero sorridere gli avversari e i suoi compagni dell’Haladas. Fece una gran partita. Quei pantaloni della tuta che ricordano vagamente un pigiama non li lasciò più per tutta la sua carriera. Quel giorno nacque Gabor Kiraly: il portiere con il "pigiama".
Fregandosene delle mode e delle logiche di merchandising, ha esportato il concetto della “comodità in campo”. Concetto che ha fatto viaggiare dall’Ungheria all’Inghilterra, passando per la Germania. Se ne prendeva cura Gabor, di quei pantaloni, e non si fidava di nessuno. In trasferta li metteva nel bagaglio a mano: “perché fidarsi delle compagnie aeree è bene, ma non fidarsi è meglio“, raccontò il portierone al Guardian.
La scaramanzia nel mito. Ne fece a meno una volta di quella tuta. Risultato? Quattro goal presi dal Chelsea, e papera su croos di Kezman. Inutile chiedersi l’abbigliamento dei match successivi. Ora Gabor Kiraly, all’età di 43 anni, gioca ancora con l’Haladas, e all'età di 40 anni e 2 mesi è diventato il giocatore più anziano ad aver disputato una fase finale di un Europeo, sempre con i “suoi” pantaloni.
La leggenda Magiara prende forma, quella tuta che per tutta la sua carriera ha fatto storcere il naso agli esteti, ma esaltato da sempre i suoi tifosi, ora è acquistabile online. E non chiamatela, solo, scaramanzia.
A cura di Francesco Falzarano