IL SOGNO DI FRANCESCO
Contento sì, ma mancava qualcosa: «Passava il tempo e sentivo crescere il desiderio di misurarmi con un ulteriore sfida». La conseguenza immediata è il passaggio al calcio a 11: «Sono arrivato all’Atletico Messina e ho capito subito che ero nel posto giusto. Mi hanno spalancato le porte e io cerco di ricambiare spingendo al massimo in ogni allenamento, provando a migliorarmi in continuazione, tatticamente e tecnicamente».
Il lavoro paga e contro la Diulia 81, a febbraio, Cavò entra dalla panchina e segna: «Di testa, da calcio d’angolo. Non avevo mai provato qualcosa di simile». La squadra vola, infila una serie incredibile di vittorie e ai play off centra il salto di categoria: «Siamo in Promozione, ma mica ci fermiamo. C’è la finale di coppa Sicilia e vogliamo centrare il nostro double». Guai a non credergli.
Le soddisfazioni collettive viaggiano a braccetto con quelle personali: «Dopo la rete è arrivata la convocazione nella Nazionale italiana sordi. Per uno sportivo rappresentare il proprio Paese è un orgoglio immenso, una questione d’identità. Anche per questo non mi arrendo».
Il ritiro a Brescia, le ore tinte d’azzurro: «Era lo stage di preparazione in vista dell’Europeo, quindi sedute tattiche e allenamenti, ma soprattutto la necessità di forgiare lo spirito di gruppo. Poi sarebbe arrivato anche il messaggio più atteso». In Grecia non ci sarà, ma l’impressione è che non basterà la burocrazia per fermare i sogni.
Si ringrazia We Sport per il video
di Giovanni Sofia