Tra ricorsi, appelli, sentenze e contro-sentenze siamo giunti, probabilmente, alla fine. Oggi e martedì le due giornate sostanzialmente decisive dopo che l’ordinanza cautelare del TAR aveva – clamorosamente – riaperto il contenzioso sospendendo – de facto – i provvedimenti dell’allora Commissario Straordinario Fabbricini, con i quali lo scorso 13 agosto era stato stabilito il mutamento del format della Serie B a 19 squadre e, per relationem, il blocco dei ripescaggi.
La Serie B non ci sta e ricorre d’urgenza (in gergo chiedendo la Presidenziale) al Consiglio di Stato. Ieri l’udienza, questa mattina ecco servito l’ennesimo ribaltone: ricorso accolto, i provvedimenti di Fabbricini – sospesi appena tre giorni prima dal Tribunale Amministrativo – acquisiscono piena reviviscenza. Ma particolarmente interessanti e significativi sono due elementi presenti nel dispositivo della pronuncia: in primis laddove non viene riconosciuto in capo alle statuizioni dell’allora Commissario Straordinario un superamento dei poteri conferitigli (elemento sul quale, in ogni tribunale, si è giocata fin oggi la ‘partita giuridica’), in secundis cristallizzando quell’interesse che proprio nel corso dell’Assemblea di giovedì la Lega B aveva suffragato a tenace difesa delle proprie prerogative. “Nel dovuto bilanciamento tra gli interessi contrapposti, quello generale alla sicurezza e garanzia del regolare ulteriore svolgimento dei campionati ormai già in corso allo stato permane prevalente”, alias andare a modificare l’organico delle squadre dopo nove giornate minerebbe la regolarità stessa della competizione.
E proprio questo sarà il punto attorno al quale si focalizzerà martedì prossimo il Consiglio Federale chiamato, anche dallo stesso Consiglio di Stato, a dirimere in maniera definitiva la controversia. ‘Diritto o non diritto, fermi restando gli obblighi risarcitori, arrivati a questo punto si può davvero – in termini tecnici – riportare a 22 il format della Serie B?’. Lo stesso interrogativo al quale TAR e Consiglio di Stato hanno risposto in maniera diametralmente differente. Se, in sostanza, il Consiglio di Stato avesse confermato la posizione del TAR (‘illegittimi i provvedimenti di Fabbricini, si può tornare a 22’), la FIGC difficilmente non si sarebbe attenuta a tale orientamento. Ed è proprio qui il ribaltone di questa mattina, nel secondo punto del dispositivo della pronuncia del Consiglio di Stato che cristallizza in maniera chiara l’interesse – prevalente – alla regolarità del campionato che sarebbe pesantemente messo in discussione, dopo nove giornate, da un ritorno a 22 squadre.
L’ultima parola, ordunque, si avrà martedì nell’alveo del Consiglio Federale (anche se poi il 15 novembre è stata fissata la Camera di Consiglio in seno al Consiglio di Stato). Ma, allo stato attuale, l’ipotesi preponderante è che il campionato di Serie B continui a 19 squadre (o meglio, senza ripescaggi). E la Serie C, dal canto suo, è pronta a calendarizzare nuovamente (ovviamente dopo la decisione di martedì) le partite delle squadre interessate a partire dal prossimo weekend, precedentemente sospese per ottemperanza alla pronuncia del Tribunale Amministrativo.
Che poi la Serie B sia realmente a 19 non è così scontato. Poiché se il discorso dei ripescaggi viene complicandosi in via sostanziale dopo la statuizione di questa mattina, rimane sempre da dirimere la questione relativa alla riammissione della Virtus Entella. Che vanta una pronuncia favorevole del Collegio di Garanzia del CONI, impugnata sì dalla FIGC ma né annullata né sospesa (quindi ad oggi pienamente efficace), in attesa della pronuncia del TAR. La Serie B attende pronuncia siffatta, senza preclusione alcuna, con una riammissione probabile (allo stato impossibile definire termini percentuali nel campo giuridico) che certificherebbe il definitivo format a 20 squadre.