Descrivere Livorno (città) risulta davvero difficile. Sfugge a qualsiasi logica, dà un’idea di completezza unica nel suo genere. Dalle bellezze rinascimentali (Mascagni, Fattori, Modigliani) al mare. Meglio, a quella simbiosi incredibile con il mare che regala paesaggi mozzafiato. Con quel suo ideale di ‘toscanicità’ traslato e addolcito dalle onde del Tirreno. Con quel porto che da secoli rappresenta uno dei vessilli di una città estremamente attaccata alle proprie origini.
Poi c’è la Livorno calcistica, le cui vicende – tanto per usare una metafora attinente – sono simili ad un faro che illumina il mare stesso. Si accende e si spegne, fino al blackout totale dello scorso maggio con la sofferta retrocessione in Lega Pro. Oggi quella luce sta tornando, a mano a mano, è ancora tenue, incupita. Ma la speranza che possa tornare ad incantare come al tempo degli antichi fasti è forte, soprattutto nella mente dei tifosi. “Loro il campionato lo hanno già vinto. Li ringrazio con tutto il cuore perché non era facile ricostruire questo feeling dopo la passata stagione. Il popolo livornese si merita le migliori soddisfazioni. Io sono tornato – rivela il direttore sportivo Franco Ceravolo ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – proprio per riportare in alto Livorno. Non poteva finire tutto in quella maledetta partita dello scorso anno contro il Lanciano”.
Terzo posto in classifica, cinquanta punti: meno nove dall’Alessandria. Difficile, difficilissimo. Ma quando giochi a Livorno non puoi non crederci, non puoi non lottare. Te lo impone la bellezza della città, la passione della gente, una curva che ti trascina a strappare ogni pallone dai piedi dell’avversario… “Noi ci crediamo, abbiamo il dovere di farlo. E nel calcio non si può mai sapere, anche se è chiaro a questo punto solo l’Alessandria può perdere il campionato. Qualche rimpianto c’è, anche se io sono uno che non si guarda mai indietro, perché abbiamo costruito una squadra di primo livello e con gli infortuni sono successe delle cose mai viste. Non abbiamo avuto una sola partita nella quale fossimo al completo”. Con il Como, poi, la Tyché ci si è messa davvero d’impegno… “Dopo pochi minuti abbiamo perso quattro giocatori per problemi fisici. Abbiamo tre calciatori che si sono rotti i legamenti e hanno finito la stagione. Dopo tutto questo, che sinceramente a me - ripeto - non è mai successo, non era facile recuperare punti. Ora nell’arco di un mese speriamo di ritrovare almeno Vantaggiato e Gonnelli”.
Deciso, ma anche estremamente pragmatico, Ceravolo. Difficile fare previsioni ora, anche se effettivamente c’è un precedente incoraggiante… “Quando sono arrivato lo scorso gennaio è stato un ritorno per me. Io con il Livorno ho fatto la promozione in Serie A nel 2009. Ricordo la finale playoff con il Brescia che abbiamo vinto 3-0. C’era un entusiasmo incredibile, gente che piangeva di gioia. Speriamo di poter vivere di nuovo quelle soddisfazioni”.
In mezzo tante avventure in giro per il mondo. Una in particolare, in Cina con il Guangzhou. “Già qualche anno fa, quando sono andato io, c’era il sentore che il calcio cinese sarebbe cresciuto e penso che nel giro di altri sei o sette anni comincerà a ‘dare fastidio’ anche ai vari campionati europei. Si stanno dando da fare anche nella costruzione delle strutture e dei settori giovanili. Grande merito va dato a Marcello Lippi, che lì chiamano Il Maestro. Il suo arrivo in Cina ha avuto il merito di aprire gli occhi a politici e società. Io ho ricordi bellissimi, mi facevo anche tre o quattro ore di volo al giorno per andare a visionare un giocatore. Avevo visto un ragazzino di 15 anni fortissimo, volevo portarlo con me. Mi fecero, ‘no, lui deve fare l’Università’. E l’idea della necessità di affermarsi oltre il calcio, ha portato molti ragazzi al di fuori del mondo del pallone. Ora in queste strutture di cui parlavo oltre al calcio studiano anche e quindi hanno parzialmente ovviato il problema”.
La Cina, ora, è un ricordo. Nostalgia? Un po’, magari la sera quando sfoglia qualche foto sul cellulare. Il presente è Livorno, l’obiettivo far tornare a splendere nella città del mare e degli artisti, anche un altro vessillo: quello amaranto…