Squadra rivoluzionata con un Cyril Thereau in più la Fiorentina. Oggi è andata in scena proprio la presentazione ufficiale del francese ex Udinese, che ha parlato così del suo arrivo a Firenze: "Coi viola qualche chiacchierata c’è stata anche in passato ma giocavo in club coi quali era difficile trattare perché avevo un contratto lungo. Ero vicino alla Sampdoria ma appena mi ha chiamato il mister non ho avuto dubbi. Questo stadio mi è sempre piaciuto, al pari dei tifosi e dei colori della maglia. Speravo che tutto potesse andare a buon fine e così è stato: non vedo l'ora di ripagare la fiducia che mi ha dato la società. Qui in Italia ho conosciuto il calcio vero, in altri paesi come Belgio e Romania non era così. Forse è per questo che non sono riuscito ad esprimere tutto il mio potenziale: prima non ero messo in condizione di mettere al massimo le mie potenzialità. Fossi arrivato prima sarebbe stato diverso, anche perché sono stato più volte vicino all'Inter. Alla fine però il destino è bello perché arrivo in una società molto importante e sono felice".
Sull’obiettivo personale: "Mi sono sempre migliorato di anno in anno: tutti credono che io sia una prima punta e vedono le mie statistiche in doppia cifra non buone ma io ho sempre giocato come seconda punta per cui credo di aver sempre fatto gol importanti. Sono convinto che supererò anche quest'anno la doppia cifra: gioco a calcio per divertirmi, i gol arrivano sempre di conseguenza. Il mio compito è quello di aiutare i più giovani come Simeone e Babacar, devo far capir loro cos'è la Serie A ed aiutarlo con giocate ed assist. Nel 4-2-3-1 di Pioli posso giocare in più ruoli, sia come prima sia come seconda punta, ma anche come esterno. Mi trovo bene soprattutto come seconda punta e come esterno a sinistra. Sono certo di poter far bene in questa squadra".
Una squadra tutta nuova, questa Fiorentina: “Adesso si deve ricreare prima possibile un gruppo che viva bene insieme e che abbia voglia di far bene. Se alcuni giovani sono qua vuol dire che sono ragazzi importanti".
Infine, sul numero 77 e sull’esultanza: "Mio fratello amava il numero 7 ed io volevo l'11. Quando sono tornato in Francia non c'erano questi numeri ed ho preso il 77 e feci 13 gol. Da allora ho sempre tenuto questo numero. Esulterò come faccio sempre: questo gesto è un riferimento ai miei amici ed a mio fratello che sono qui anche oggi".