Domenica sera il big match tra Fiorentina ed Inter potrebbe dire molto sulla corsa al terzo posto, l’ultimo in grado di garantire l’accesso alla Champions League. In conferenza stampa, Paulo Sousa ha parlato della situazione della sua squadra in vista del prossimo turno di Serie A: “Nel calcio si cerca di scrivere per amplificare le situazioni, senza che siano necessariamente vere. Tra me e la società non è successo nulla. Dal primo giorno che ho incontrato la società ho sempre cercato di far capire come sono. L’unico modo di lavorare che conosco è il confronto faccia a faccia per crescere individualmente e collettivamente”.
“Nell’ultima settimana ho cercato di integrare gli acquisti di gennaio con il resto della squadra, loro e chi sta recuperando da un infortunio.” Ha detto Sousa: “Badelj? Sta bene, ha fatto dei passi importanti ed attualmente lavora con la squadra. Sta facendo un importante lavoro anche psicologico per poter tornare a disposizione, ma ha ancora pochi minuti nelle gambe. Purtroppo domani non sarà della partita. Contro l’Inter dovrà essere come una finale. Abbiamo lavorato con la consapevolezza di poter affrontare delle squadre che hanno l’ambizione di andare in Champions. Rispetto alla gara d’andata l’Inter ci conosce meglio e vorrà rifarsi dopo la sconfitta di San Siro. Spero che sia una partita bellissima, con un alto livello tecnico. L’Inter ultimamente è più propositiva, anche se con concretizza molto. Si è esposta di più in fase difensiva, per questo sarà una partita aperta. Mancini è un allenatore con un passato importante e per me è un onore competere con lui perché mi aiuta a crescere”.
Sulla prossima stagione della Fiorentina Sousa non ha dubbi: “Il mio progetto è quello di migliorare la squadra, sia sul piano tecnico-tattico che su quello umano. Così da creare le condizioni per vincere, per fare bene non è sufficiente giocare un bel calcio o fare meglio dell’avversario. Bisogna essere concreti. Non facciamo gli allenamenti solo per la partita successiva, ma ci concentriamo su un metodo di gioco, nel quel possono esserci delle varianti. Prendiamo per esempio il Barcellona: la struttura che ha parte dalle giovanili ed è lì che inizia la loro cultura del lavoro. Questo sì che è un vero progetto, che per il giocatore inizia sette-otto anni prima che arrivi in prima squadra”.
“Kalinic?” ha commentato Sousa: “C’è stato un periodo in cui ha giocato bene e segnato molto, ma l’importante è stato il lavoro della squadra. Ora Nikola sta facendo più fatica e per questo stiamo cercando di aiutarlo. I gol arriveranno, è un giocatore che capisce ben gli spazi e i movimenti e la squadra stessa gli gira intorno”.
“Se mi sento sotto esame?” conclude Sousa: “Certo, mi sento sempre così. Nel calcio appena perdi una partita sei criticato, i giornalisti giudicano subito. Credo In questo momento non riusciamo ad avere una continuità di risultati come ad inizio anno, però non demordo. Sono un ottimista di natura e lo resterò sempre”.