Il mondo Cittadella, regno della semplicità dove i valori umani contano più delle qualità tecniche, ha trovato un nuovo attore protagonista: Mattia Finotto. Tra l’altro nato a Treviso. Veneto, aria di casa. Si sente anche dal dialetto. I tratti distintivi sono esattamente quelli dell’anti-personaggio granata: timido, umile, con grande voglia di rivalsa dopo alcune esperienze andate storte. “A Terni è finita male, con la retrocessione. Fantastici gli anni alla SPAL dove ho vissuto due promozioni, dalla C alla B e dalla B alla A. Un sogno. Semplici? Posso solo ringraziarlo”. Faccia da bravo ragazzo e legatissimo alla famiglia. “Mamma, papà, sorella e amici vengono sempre a vedermi quando gioco in casa! E’ come se avessi un palco riservato ogni volta”. Innamorato e alla mano. "Convivo con la mia ragazza, sono felice. Di vizi non ne ho. Mi piace stare in compagnia, fare qualche viaggio, conoscere posti nuovi e mangiare bene. Adesso mi sono invasato con Netflix e le serie tv, tipo 'Prison break’. Mi perdo via così”. Nessun eccesso, nella vita di tutti i giorni. In campo, ultimamente, sì. Tripletta nel derby col Venezia e vittoria da sballo. “Tre gol in una sola partita non ne avevo mai fatti! E’ stata una prima volta! Ovviamente mi sono portato a casa il pallone, firmato da tutti”. E messo? “L’ho piazzato di fianco alla tv così me lo vedo praticamente sempre”. Una prestazione da orgasmo, come documenta la foto di Cittaingol: il servizio è già stato caricato su youporn. “Quando l’ho vista sono scoppiato a ridere”.
Di questa realtà mi ha colpito subito l’organizzazione, la familiarità, la precisione. E le cose stanno andando come speravo, devo continuare così. Voglio dimostrare le me qualità. Certo, di gol ne ho sempre fatti ma non sono mai stato un goleador da 20 reti. Anche perché come ruolo non sono esattamente un ‘9’ purissimo, più una seconda punta”. Ma Cittadella, come sappiamo, fa miracoli. “Qui tutti remano dalla stessa parte". Il punto di riferimento nello spogliatoio? “Mio e di tutti: capitan Iori. Si è reso disponibile da subito, per qualsiasi difficoltà chiediamo a lui”.
Mattia Finotto, che in realtà si chiama ‘pistacchio’. Vero? “Sì! E’ il mio soprannome”. Nato come, non si sa. “Già dai tempi del Monza. Ho iniziato a usarlo io e poi si è creato questo effetto boomerang un po’ strano. Ma devo dire che mi piace. Poi a me il pistacchio piace: il gelato, la brioche…”. Sfumature di Hulk. Anche se l’esultanza dopo un gol non è quella. “No! Metto il pollice all’insù". Come se fosse un like social, che tanto di moda va al giorno d’oggi. “Qualcuno me l’ha criticata ma francamente non mi interessa, la faccio lo stesso”. Deciso. Come nel tifo. “Inter! Il mio idolo è sempre stato Ronaldo, mi facevo mille foto con la sua maglietta addosso quando ero piccolo. A San Siro ci sono stato, ricordo un derby vinto 4-2 con gol di Maicon. Mi manca il fiato ogni volta che ci vado”. Un po’ come supportare la squadra di basket del Treviso. Mattia uno di loro. “Ho anche la ‘casacca’ ufficiale degli ultras! Mi fa impazzire questo sport, in tv seguo anche l’NBA ovviamente”. Se non avesse fatto il calciatore? "Forse avrei continuato a studiare. Mi sarebbe piaciuto frequentare il corso universitario di Scienze motorie. Oppure diventare personal trainer perché l’ambiente della palestra, dove c'è bella musica e un clima sportivo, mi intriga”. Nulla di tutto ciò. Il suo ruolo, nella favola Cittadella, è chiave e non si può cambiare. Mattia Finotto: attore protagonista specializzato in semplicità. E triplette.