Una #bellastoria. Era quasi scritto nello slogan adottato per la campagna abbonamenti dalla Fidelis Andria edizione 2017/2018 che la prima rete nel girone C di serie C non dovesse avere una firma ‘banale’: detto, fatto. Minuto 9 della partita interna contro la quotata Juve Stabia: palla gestita dalla difesa ospite, palleggio impreciso del portiere Zanotti e sul pallone chi si avventa? Lui, Michele Scaringella. L’attaccante classe 1995 prelevato dal Corato, formazione di Promozione pugliese e lanciato nella mischia da mister Valeriano Loseto, suo antico estimatore. Tocco felino e palla in rete: il “Degli Ulivi” impazzisce di gioia, Michele…pure. “La prima persona a cui ho pensato è stata mio padre, che non c’è più. Sarebbe stato fiero di vedermi segnare tra i professionisti, sento che dall’alto mi guida sempre” assicura lui emozionato a gianlucadimarzio.com. 22 anni, un avvio di carriera speso sui campi dilettantistici, con un comune denominatore: il gol, sempre in canna. Da Gravina, dove aveva incrociato mister Loseto, a Corato. 16 reti nella scorsa stagione e salto di categoria in Eccellenza. Per Scaringella, invece, triplo carpiato: direzione Serie C. “Sono stati giorni particolari, la chiamata fatta da mister Loseto mi emozionò e ci ho creduto sin da subito –spiega l’attaccante- ci metto tanta voglia e tanta grinta, non mi sono mai mancate. Per fortuna anche tra i dilettanti ho sempre giocato con calciatori che venivano da esperienze importanti, anche nel professionismo: così il salto in uno spogliatoio così importante non è stato un problema”.
Timido davanti ai microfoni, sfrontato contro i portieri avversari: sabato ha saputo che sarebbe sceso in campo dal 1’ due ore prima del match. “Il mister mi ha fatto convocare nella hall che ospita il ritiro e mi ha detto che vista la defezione dell’ultim’ora di Quinto, avrei giocato io, cambiando anche modulo. Un segno del destino? Chissà…”. Carattere diverso dal suo allenatore (“Siamo diversi ma ci intendiamo alla grande”) e spalle larghe, con “tanta voglia di crescere e mettermi in mostra”. Come l’Andria, squadra ringiovanita ma decisa a non cedere il passo anche ad avversari con maggiore qualità, come il 3-3 contro la Juve Stabia accerta: “Con il modulo di sabato non avevamo mai giocato, ma credo che la squadra abbia fatto capire che va oltre i numeri –è lo slogan di Michele- abbiamo dimostrato di avere carattere. Con il tempo cresceremo”. Prossimo turno di stop forzato per i federiciani, complice l’indisponibilità del campo del Siracusa: “Fermarsi non è un problema, anche se siamo in buona forma. Non importa, saremo pronti per la partita in casa contro la Casertana”. Gli obiettivi? Solo di squadra. “Non conta quanti gol farò, ma dove potranno portare la squadra”.
Sulla schiena Scaringella ha scelto il numero 13, per un doppio gesto d’amore. “E’ il giorno in cui è nata la mia nipotina Martina e in cui mi sono fidanzato con Morena”. Cercando “Scaringella Andria” su Google vengono fuori oltre 52mila risultati: Michele non è tra i primi. “Vuol dire che devo fare tanti altri gol” ci scherza su. Se potesse rubare il mestiere a un altro collega di Serie A sceglierebbe “Belotti”, mentre in tempi di fantacalcio investirebbe i suoi fantamilioni su “Dybala e Higuain”. Nomi da palati fini. Guardando ai suoi compagni di squadra, elogia “Matera, grande calciatore, Lattanzio e Croce: in un fantacalcio di serie C comprerei loro”. Non è scaramantico, ma il rito prepartita ha una dedica particolare: “Prendo dal portafogli la foto di mio padre, mi isolo e gli rivolgo una preghiera. C’è sempre”. Scaringella e il gol, una storia tutta da scrivere. Anzi, una #bellastoria.