“Ci tenevamo a vincere e dedicare la vittoria a Marco, sono stati giorni brutti per tutta Andria. Non mi era mai successo di giocare in un clima così particolare, ci tenevo a fare gol e farlo per Marco”. Il pensiero di Riccardo Lattanzio, a una settimana dall'incidente stradale che ha portato via Marco Nesta, giovane tifoso della Fidelis Andria venuto a mancare a 23 anni, è ancora lì. Naturale quando indossi la maglia della tua città e hai attraversato giorni intensi dal punto di vista emotivo, culminati nel successo per 2-1 di domenica scorsa al “Degli Ulivi” sulla Sicula Leonzio: Lattanzio aveva firmato il centro dell'aggancio, prima del sorpasso siglato dalla zuccata di Andrea Tiritiello. Zona salvezza temporaneamente conquistata e un forte senso di appartenenza nel cuore, con altri due andriesi doc come Giuseppe Abruzzese e Leonardo Di Cosmo accanto in campo: “Lo diceva anche il mister, siamo contenti di questo dato – sorride l'attaccante ai microfoni di gianlucadimarzio.com – è una cosa bella, negli ultimi anni gli andriesi non erano visti benissimo ad Andria. Garantiamo attaccamento alla maglia, vestirla e amarla è il sogno di ogni ragazzo di Andria che si avvicina a un pallone da piccolo”.
Un girone dopo l'arrivo di Aldo Papagni in panchina al posto di Valeriano Loseto, la Fidelis Andria ha totalizzato sul campo 24 punti (sono 21 per la scure del Tribunale Nazionale Federale) e se il girone C di serie C terminasse oggi sarebbe salva. “Ma mancano sei finali” ammonisce Lattanzio. Senza però dimenticare il processo di evoluzione vissuto dalla squadra: “Il gruppo è diventato sempre più solido, abbiamo capito che solo così avremmo potuto lottare per salvarci. C'è più attaccamento alla maglia e chi è arrivato a gennaio ci sta dando una mano”. Calciomercato che ha ringiovanito l'organico e portato Lattanzio a risultare tra i più esperti in organico: “Sento la responsabilità della maglia che indosso e del fatto di essere uno dei più esperti nel gruppo”.
Numero 10 sulla schiena, numero 10 – da intendersi come reti – nel mirino. Oggi a quota 7, però, Lattanzio vola basso: “Se arrivo a 10 reti e poi non ci salviamo, non serve a nulla. Pago la cena se arriviamo a 10 e ci salviamo. Diciamo che se segna qualcuno, raggiungere l'obiettivo è più facile”. Semplice, come i compiti che gli chiede Papagni: “Movimento, profondità e contribuire alla soliditù del gruppo”.
Sabato sarà tempo di sfidare il Bisceglie, maglia che Lattanzio ha già indossato in due occasioni: 19 presenze e 3 reti nel 2013/2014, ben più consistente il bottino della scorsa annata. 34 partite, 17 centri e promozione in Serie C. C'è da scommetterci, anche per il suo allenatore Aldo Papagni quella del “Ventura” non sarà una sfida come le altre: difficile immaginare il contrario, per chi nella città dei Dolmen ci è nato e ha vissuto la prima esperienza da allenatore. Stagione 1993/94, sedicesimo in C2 prima dell'esonero della stagione successiva. Un amore che non era sbocciato a prima vista, consolidato nell'annata 1997/98: ottavo posto in C2 e volo verso Trapani, prima di dare il via ad una carriera ventennale. Oggi Papagni è un'icona in quel di Andria, dove a novembre è tornato per la terza volta in carriera dopo le esperienze nei bienni 2002-2004 e 2009-2011. Un girone fa il cambio di rotta in casa Fidelis: 0-0 al Degli Ulivi contro il Bisceglie e addio con Valeriano Loseto. Dal suo arrivo, Papagni ha cambiato volto al Leone, passando al 3-5-2 e incamerando 24 punti - diventati 21 solo per le penalità accumulate dalla società - in 18 partite. “Sarà emozionante, quando finiscono le partite della Fidelis l'altro pensiero è controllare il risultato del Bisceglie” ricorda l'allenatore. Nella memoria di Lattanzio invece c'è la vittoria sull'Agropoli di un anno fa, che permise ai nerazzurri di celebrare la risalita nel calcio professionistico a 19 anni dall'ultima volta:“Guadagnare quella promozione è stata un'emozione, sono stato capitano e tra gli artefici della vittoria del campionato. Mi vogliono tutti bene lì. La data del 7 maggio 2017 è difficile da dimenticare: abbiamo portato quasi 6mila persone al campo per festeggiare”. Curiosità, quest'anno anche il girone C di serie C si chiuderà il 6 maggio, quasi un anno dopo quella festa: “Non abbiamo iniziato nel migliore dei modi e la salvezza varrebbe quanto la vittoria del campionato” ammette Riccardo. Che a fine stagione ha già le idee chiare: “Bisceglie ai playoff e Fidelis salva. Sarebbe l'optimum, vogliamo la salvezza quanto prima e al Bisceglie auguro i playoff, sarebbe una soddisfazione enorme per una squadra tornata tra i pro dopo tanti anni. Però spero che i punti li facciano da domenica in poi”.