In una Eredivisie in cui comandano PSV e Ajax, c'è una squadra che si è issata fino al terzo posto in classifica, dopo un periodo decisamente negativo: il Feyenoord. Tra il 20 dicembre e il 21 febbraio, infatti, i biancorossi guidati da Giovanni Van Bronckhorst hanno sempre perso. Sette sconfitte consecutive, un trend decisamente negativo terminato con un arrivo "pesante" al fianco dell'ex terzino, quello di Dick Advocaat, vero e proprio guru del calcio olandese. Il suo ruolo? Assistente di Van Bronckhorst. Un uomo di polso ed esperienza da affiancare ad un allenatore giovane ed emergente.
Il giusto mix per rialzare un gruppo di giocatori tra cui il nome più significativo è quello di... Dirk Kuyt. 36 anni a luglio, l'ex Liverpool è il faro di questa squadra: 16 gol e 4 assist in 26 partite. Sempre presente, Kuyt, che ha giocato ogni minuto della stagione del Feyenoord in Eredivisie. Capitano, uomo immagine, goleador. In una parola, irriducibile. Ai tempi di Liverpool Rafa Benitez gli affibiò un curioso soprannome: "Mr. Duracell". Come le pile che non si esauriscono mai. Ci vide giusto Benitez, perchè Kuyt è il prototipo di giocatore che ogni allenatore vorrebbe avere in squadra: corsa, grinta, lotta, spirito di sacrificio, voglia di arrivare e, inoltre, un fiuto del gol notevole. Già, perchè Kuyt in carriera ha segnato 263 gol tra tutte le competizioni, di cui 187 in Eredivisie. Premier League, Super Lig turca, il risultato non è mai cambiato: gol, tanti, ma soprattutto chilometri macinati. Un lottatore eterno, Kuyt, un calciatore totale, in grado di giocare letteralmente ovunque. Da mezzala o da centravanti, da trequartista o da centrocampista centrale, Dirk Kuyt ha giocato praticamente in ogni ruolo possibile, perfino da terzino al Mondiale 2014, dimostrando una resistenza veramente invidiabile. Una resistenza degna del suo soprannome, "Mr. Duracell". Che ora continua a correre (e segnare), perchè di smettere non ne ha proprio intenzione. E il Feyenoord, Van Bronckhorst e Advocaat ringraziano.