Ognuno ha la propria definizione di padre. Da modello a eroe (più o meno super), da guida a esempio. Ecco, noi di quest'ultima categoria vogliamo parlarvi perchè ci sono padri che hanno trasmesso ai figli la loro stessa passione che... se fosse una forma sarebbe tonda come un pallone, se fosse un colore sarebbe verde come un campo da calcio.
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'Di padre in figlio', sì proprio così. Saranno i geni o sarà perchè alcuni fin da piccoli hanno avuto come compagno di giochi quella meraviglia che rotola e qualcuno che, sempre giocando, gli diceva come calciare meglio. Anche al parco giochi. Deformazione professionale, verrebbe da pensare.
Il mondo del calcio è pieno di figli d'arte, di figli le cui storie più belle sono raccontate dalla prospettiva privilegiata del padre e di calciatori che sono loro stessi dei papà. E noi oggi in occasione della #Festadelpapà ricordiamo il lato più familiare dei calciatori, quello paterno che per esempio ha spinto Paolo Maldini (già figlio d'arte) a recarsi in tribuna al Torneo di Viareggio per assistere a Milan-Ascoli perchè in campo c'era il figlio Christian, il Maldini 3.0. E sai che orgoglio alla prima presenza tra i grandi? Come quando Lorenzo ha fatto emozionare papà Angelo e un nuovo Di Livio ha iniziato a calcare i campi della Serie A. Stessa carriera? Raro e difficile da pronosticare. Per esempio in casa Conti, c'è Daniele che ha scelto si diventare una bandiera del Cagliari, mentre suo padre è quel Bruno da Nettuno tutto giallorosso che del figlio rossoblu ha detto: "Sono orgoglioso di lui, Cagliari è una scelta di vita". E lontano dall'Italia sta crescendo tra le merengues un certo Enzo, figlio di Zinedine, che proprio agli ordini del papà si è allenato per la prima volta insieme alla prima squadra. Quanti modi per dire che certe volte il calcio è davvero un affare di famiglia. Anche se per far parte del mondo del calcio non è obbligatorio indossare tuta e scarpini, ma anche giacca e cravatta ed essere agenti come i figli di Guidolin e Cabrini.
Poi c'è quella categoria di padri nel calcio che che sono i giocatori stessi. Spesso annunciano un figlio in arrivo con inequivocabili esultanze e allora ecco che in campo si festeggia con un pollice in bocca, con la palla sotto la maglia o con una maglietta celebrativa con tanto di dedica scritta da mostrare fiero alle telecamere. Di recente abbiamo assistito alla tripletta più bella di Francesco Totti, a nuovi annunci di lieti eventi imminenti, ma anche alla felicità del figlio di Messi durante la cerimonia di premiazione del Pallone d'Oro. In braccio alla mamma in platea, ecco Thiago sorridente e con una manina aperta verso il papà: 5, come il numero di quei trofei vinti.
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E un'altra piccola celebrità è il figlio di Cristiano Ronaldo, protagonista di un tenero siparietto con Messi perchè dopo essersi presentato è tornato velocemente dal padre. "Che fai ti vergogni?", la domanda di Cristiano al suo piccolo che non esclude una carriera da portiere... e che però se gli viene chiesto 'Chi è tuo padre?', lui risponde 'Il migliore del mondo'. E non perchè è CR7, semplicemente perchè è il suo papà.
I primi tifosi sono loro, figli fieri dei loro papà, che diventano veri e propri assidui frequentatori degli stadi, presenza fissa (come da tradizione) e finalmente in campo in occasione dell'ultima gara in casa della stagione. E quindi non è stato strano vedere in tribuna i figli di Totti con una maglia con scritto 300 in occasione del suo trecentesimo gol in carriera, o ricordarsi di quando German Denis per festeggiare un gol non ci pensò due volte e corse a bordocampo dove lo aspettavano a braccia aperte i suoi figli. Scene di ordinario amore paterno nella cornice di uno stadio gremito, anche se l'incitamento più bello a volte è uno solo. Quello di chi grida o sussurra oggi come sempre: "Sei forte papà!".