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Data: 11/07/2016 -

Fernando Santos raccontato da Cirillo, suo ex giocatore: "Tre mesi fa mi disse che sarebbe arrivato in finale"

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Le lacrime di Ronaldo sembravano rappresentare il preludio ad una débâcle portoghese: un film dal finale scontato, che però Fernando Santos ha voluto reinterpretare scrivendo l’epilogo di mano sua. Sì, perché dietro al successo europeo del Portogallo c’è indiscutibilmente lui. Una sorpresa, ma non per chi l’ha avuto come allenatore. Bruno Cirillo, ex conoscenza italiana allenata proprio al PAOK (2008/09) ed all’AEK (2005/06) da Fernando Santos, infatti non ha che parole d’elogio per il neo campione d’Europa: Un grande allenatore, un lavoratore instancabile ed una persona umile. Siamo rimasti in ottimi rapporti e a me è sempre piaciuto perché in Grecia, dove l’ho avuto io all’AEK ed al PAOK, ha sempre avuto grandi nomi in squadra ma trattava tutti allo stesso modo – ha rivelato Cirillo in esclusiva per Gianlucadimarzio.com - Giocava chi si rivelava essere più professionista degli altri. Sono contento per il successo da lui ottenuto dopo tanti anni, se lo merita. Sono felice anche per Vieirinha, mio compagno ai tempi del PAOK, si vedeva che era un grande giocatore e l’ha dimostrato sia col Wolfsburg che ora con la Nazionale”.

Semisconosciuto o quasi, Santos. Non in Grecia però, dove ha rappresentato e rappresenta una vera e propria istituzione: “In Italia poteva essere semisconosciuto fino a ieri, ma in Grecia no, qui ha fatto ottime cose sia con la Nazionale greca che con l’AEK ed il PAOK, dove riuscì a qualificarsi per i preliminari di Champions League”. Una squadra compatta, il Portogallo. Talentuosa, sì, ma sempre ben organizzata. Senza il duro lavoro di Santos sul campo, difficilmente il solo talento avrebbe portato a simili risultati: “In campo era molto duro ed esigente, la vittoria è frutto del duro lavoro. Poi fuori invece era il classico amicone, molto alla mano. Non saprei identificare un allenatore italiano a cui assomiglia nello stile, ognuno ha le proprie caratteristiche. Ci siamo sentiti sia prima della finale che stamattina, quando gli ho fatto le congratulazioni”.

Eppure, a legarlo ad ogni gruppo allenato in carriera è stata la capacità di alternare momenti di serietà ad altri di distensione, come ricordato dallo stesso Cirillo: “Quando abbiamo vinto col PAOK ai playoff per qualificarci ai preliminari di Champions per il secondo posto, al rientro in pullman stavamo seguendo l’altra partita, quella che ci avrebbe rivelato il nostro destino, noi tutti eravamo molto attenti; mentre lui serissimo. Poi, al triplice fischio, col risultato a noi favorevole, iniziammo a festeggiare alla grande e anche Fernando, pensieroso com’era, si sciolse e festeggiò con noi”.

Nessuno avrebbe scommesso sul Portogallo alla viglia della manifestazione, o quasi. E chi se lo sarebbe immaginato? Forse nemmeno un vincente come CR7, a tutto c’è un limite. Per Fernando Santos invece l’utopia ha sempre avuto il sopravvento sulla realtà, convinto com’era delle potenzialità del Portogallo: Nessuno credeva in questo Portogallo alla vigilia di questo Europeo, tranne una persona, lui: ci eravamo incontrati tre mesi fa ad Atene per seguire insieme una partita del campionato greco e Fernando Santos mi disse: ‘Vedrai Bruno, arriverò in finale’, e così è stato. Rimasi un attimo meravigliato di quelle parole in quell’attimo, ma gli feci l’in bocca al lupo. Era convintissimo di far bene, glielo leggevo negli occhi”. La finale non l’ha solo giocata, ma anche vinta. E ieri sera Fernando Santos quel finale del film l’ha riscritto con la propria scenografia, proprio come se l’era sempre immaginato.

di Alberto Trovamala



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