“Juve, storia di un grande amore…”, il motivetto cantato sul pullman di ritorno dall’ennesima trasferta vittoriosa. Ed è subito festa vera per i giocatori… del Norimberga. Norimberga? L’inno della Juventus? C’è qualcosa che non quadra. “Tranquilli, per noi qui è la normalità”, esordisce con un sorriso Enrico Valentini, terzino della squadra tedesca nato e cresciuto in Germania ma “italiano in tutto e per tutto” con tanto di accento abruzzese e soprattutto tifosissimo della Juve. Tornato al Norimberga - squadra della sua città - ad inizio stagione dopo le esperienze all’Aalen e al Karlsruhe, è diventato protagonista assoluto della scalata dei bavaresi dalla 2.Bundesliga (la Serie B tedesca) alla Bundesliga - secondi classificati a quota 60, a -3 dal Fortuna Dusseldorf - grazie ai suoi 12 assist e 1 gol tra campionato e coppa. “Durante uno dei miei primi allenamenti il nostro capitano ha messo la canzone della Juve nello spogliatoio ed io sono rimasto un po’ così. Ero stupito: non me l’aspettavo. L’aveva sentita in Champions dopo le vittorie dei bianconeri e gli piaceva”, afferma il classe ’89 in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com. Palla presa al balzo da Valentini: “In Germania, come in quasi tutti i club, quando arriva un giocatore nuovo deve presentarsi cantando una canzone davanti a tutti. Così io ne ho approfittato cantando proprio l’inno della Juve. Da inizio stagione è diventato il nostro tormentone”.
La squadra più juventina di Germania, i ‘Die legende’. “Confermo”. Anzi, “sarebbe un sogno fare un’amichevole contro i bianconeri. Io non posso decidere niente a riguardo ma… lanciamo un appello”, continua il giocatore con l’ennesima risata. 800 km che separano Norimberga da Torino azzerati in men che non si dica grazie ad un tifoso speciale. “Da bambino il mio idolo assoluto era Del Piero e lo sarà per sempre. Seguo sempre i bianconeri e sono contentissimo per questo scudetto: sofferto ma meritato”. Con tanto di stoccatina agli avversari del Napoli: “In Italia la Juve vince perché merita ma si cerca di infamarla. In Germania è diverso e ciò non accade: anche qui il Bayern trionfa in continuazione ma viene accettato perché è indubbiamente la squadra più forte. Beh, poi in Italia si festeggia quando si è un punto dietro… Un grave errore da parte del Napoli, che così non ha fatto altro che caricare la Juve”.
Lo scudetto vinto dalla squadra del cuore e la promozione in Bundes col club della propria città dov’è cresciuto calcisticamente: che doppia festa sia per Valentini. “Sì, ma sono stanco di festeggiare perché tra feste e cene non ci siamo ancora fermati. Non capisco più niente – ride - !”. Vincere col suo Norimberga poi, non ha prezzo. “Un sogno, non potevo chiedere di più. Anche perché per me sarà la prima volta in Bundes. L’emozione più grande è stata vedere 10 mila tifosi aspettarci per festeggiare al rientro dopo la trasferta contro il Sanhausen che ha sancito la promozione”. Però, per quanto possa sembrare strano, esiste qualcuno addirittura più felice di Valentini per questo trionfo: “Mio papà Vincenzo! È al settimo cielo. I miei sono sempre stati tifosi del Norimberga anche quando io non giocavo ancora lì”.
È proprio grazie alla passione verso questo sport di papà Vincenzo che Enrico decise di iniziare col calcio. “Ho iniziato a giocare a 4 o 5 anni proprio al Norimberga perché abitavo esattamente di fronte al centro sportivo della squadra. È stato papà a trasmettermi la passione per questo sport ma senza mai essere invadente, anzi. Capitava addirittura che giocassi con lui all’esterno del centro mentre aspettavo i miei compagni per l’inizio degli allenamenti”. Per diventare calciatore professionista però poi c’è voluta tutta la dedizione di questo ragazzo “tedesco solo in campo”: “Non ho mai avuto un piano B: ho finito le scuole senza problemi e impegnandomi con dedizione ma il mio unico obiettivo è sempre stato diventare calciatore”.
Con un sogno ben preciso: “Giocare un giorno in Serie A”. Anche se “non saprei come comportarmi se dovesse arrivare ora un’offerta dall’Italia. Giocarci è sempre stata il mio sogno, ma anche disputare la Bundes. E ora che me la sono guadagnata, non posso chiedere di meglio”. Eppure la possibilità di approdare nel campionato italiano in passato c’è stata: “Quando ero all’Aalen ci fu qualche contatto col Sassuolo. Erano anche venuti a vedermi, sapevo che erano interessati, ma non siamo mai andati oltre”. Poco male: il difensore è riuscito a togliersi grandi soddisfazioni in Germania. Ragazzo pane e calcio, Valentini. Senza dimenticare la passione “per il football americano e per il basket”. Orgoglio di una famiglia di suoi tifosi veri e propri, come testimonia la foto quasi al gran completo dopo il trionfo stagionale.
La moglie Xenia, mamma Maria, papà Vincenzo, la sorella Roberta e il cugino Alessio. Unica assente: l’altra sorella, Luana. “Mi seguono sempre e infatti il mio primo pensiero dopo il triplice fischio che ha decretato la promozione è stato rivolto a loro”. Famiglia unita dove “si parla rigorosamente italiano, si guarda la tv italiana, si mangia italiano e così via”. Ora per Enrico, per staccare un po’ la spina e concedersi del meritato relax, “non c’è posto migliore dell’Abruzzo dai miei parenti per trascorrere le vacanze. Da bambino, come oggi, ogni estate tornavo in auto insieme ai miei genitori per trovare i miei famigliari”.
Valentini identifica la parola ‘casa’ sia con l’Italia sia con Norimberga. “Qui in Germania sono cresciuto e ho fatto miei tanti concetti della cultura tedesca che considero pregi e per questo sarò sempre grato a questo paese. Però io mi sento italiano”. Visto che la nostra cara Italia ai Mondiali in Russia non ci sarà, crediamo sia quasi scontato sapere per che squadra farà il tifo Valentini… o no? “Non tiferò la Germania e non guarderò il Mondiale”. Categorico. “Non ho nulla contro la Nazionale tedesca, ci mancherebbe. Anzi. Ma non la sento la mia Nazionale: io tifo per l’Italia”. Troppo grande la delusione. Meglio guardare al passato. Che ricordi, quando si parla di Azzurri: “il Mondiale del 2006 è stata una delle godurie più grandi di sempre. Vincere qui in Germania dopo tutti i vari scandali di Calciopoli è stato incredibile. Non potete immaginare quanto ho preso in giro i miei amici tedeschi”. Comprensibile, eccome. Perché l’Italia, insieme alla Juve – e alla moglie Xenia, ci mancherebbe! -, per Valentini sarà sempre “storia di un grande amore”.