“Io sono eugubino da sempre. Sono fieramente eugubino e altrettanto fieramente umbro”. L’importanza delle proprie radici, la bellezze di costruire un qualcosa di importante nella città dove si è nati e cresciuti, l’impagabile gioia di un sorriso sul volto dei propri concittadini. Nasce da qui la storia, ormai quinquennale, tra Sauro Notari e il Gubbio. Presidente? Sì, ma solo sulla carta. “Il Gubbio non è mio, è della città. Perché questa città è la mia vita. Io senza Gubbio non potrei vivere…”.
Certezza granitica del calcio di terza serie, dimensione bella e territoriale. In mezzo alle verdi vallate umbre, con l’Appennino sullo sfondo a far da cornice ad una storia davvero fiabesca. “Non c’è un tempo in base al quale poter definire il mio legame verso questa squadra. Da bambino andavo allo stadio, da ragazzo tutte le domeniche in curva e, da circa dieci anni, seppur ricoprendo vari ruoli, sono in società. Ancora oggi – spiega Notari ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – spesso vado a vedere le partite con gli ultras. Abbiamo un legame bellissimo, mi aiutano, mi danno consigli. Qui tutti hanno una parte attiva, le decisioni le prendiamo tutti insieme. Perché ascoltare è la cosa più importante di tutti. E quando si parla con il cuore…”. Difficilmente si sbaglia. I sentimenti, quelli puri, conducono sempre (o quasi) verso la via più bella, quella della felicità…. “Siamo una cooperativa di 31mila anime. Tutti insieme, tutti uniti. La festa dei Ceri e il calcio…”.
Un salto indietro, a quell’atto di amore di cinque anni fa… “C’era qualche piccolo problemino societario, ho cercato e sto cercando tuttora di risanarlo. Siamo sulla strada giusta, mi piacerebbe rivedere il Gubbio in Serie B. Ci proverò con tutto me stesso, ma sempre con progettualità e piedi a terra, vedete da soli quale sia la situazione a livello nazionale…”. E poi da una pagina all’altra dell’album dei ricordi… “La retrocessione in Serie D il peggiore di tutti. Ho sofferto tantissimo, soprattutto dal punto di vista personale. La promozione in B il ricordo più bello, non ho dormito per due settimane dalla gioia…”. La gioia di fare le cose semplici, in simbiosi con il direttore sportivo Giuseppe Pannacci. La virtù di accontentarsi di quello che si ha e di rialzarsi nelle difficoltà. E’ qui la favola Gubbio…
Foto: Grilli Simone