"Tutto molto bello, ma adesso che arriveranno le big...". E invece no. Zitti tutti, vincono loro: cade anche lo Sporting Lisbona, davanti ai colpi di Lameiras e compagni. La spinta in più di un autogol allo scadere, l'episodio a favore che ci vuole sempre in questi casi. Realtà alla rovescia. Il Famalicão non si ferma e continua a guardare tutti dall'alto della Primeira Liga portoghese. Un punto in più dell'accoppiata Porto-Benfica (provate a leggere la classifica a voce alta: una nota stonata che fa sorridere), 16 in sei partite. Flash, e nulla di più, all'interno di un campionato lunghissimo. Ma servirebbero dieci Estadios Municipais do Famalicão, per fare i 50mila posti del José Alvalade dove ieri si è consumata l'impresa. Giusto per rendere l'idea.
I biancoblù sono neopromossi, mancavano dalla massima serie dal 1994 eppure se oggi sono lassù non è frutto del caso. Il Famalicão è progetto, più che miracolo: la svolta è arrivata nel 2018, quando il miliardario israeliano Idan Ofer ha deciso di investire nella squadra reduce da una faticosa salvezza in Segunda. Momento. Perché puntare proprio su Vila Nova de Famalicão? Il Portogallo non è poi così grande: calcio più affari, uguale Jorge Mendes. La cittadina industriale da 140mila abitanti si trova alle porte di Braga ma soprattutto a una cinquantina di chilometri da Viana do Castelo, dove più di vent'anni fa è iniziata la carriera dell'onnipresente procuratore di CR7. Ofer ci mette il capitale, Mendes il know-how.
Nel giro di pochi mesi il club comincia così ad attirare giocatori nell'orbita della GestiFute e dell'Atletico Madrid, di cui Ofer è socio di minoranza. Il promettente difensore argentino Nehuen Perez, l'ex Parma Schiappacasse e Gustavo Assunçao, figlio dell'ex giallorosso Paulo. Direttore d'orchestra: João Pedro Sousa, storico vice di Marco Silva, l'allenatore dell'Everton che a sua volta è uno dei contatti fidati di Mendes in Inghilterra. Tutto combacia perfettamente. E innesca i gol di Fabio Martins (4 in 6 partite), capocannoniere della squadra che negli anni si era un po' perso dopo il debutto con la nazionale U21 nel lontano 2013.
"Noi il Leicester di Portogallo? Il Famalicão ha un obiettivo di lungo termine", ha frenato i paragoni delle ultime settimane Miguel Ribeiro, Ceo dei biancoblù. "Vogliamo affermarci anno dopo anno, abbiamo una lunga strada da percorrere prima di arrivare in cima. Non abbiamo fretta". Tutta la calma di chi, nell'arco di pochi mesi, ha colmato 25 anni di serie minori. La maravilha lasciamola agli occhi dei tifosi: il copione della favola Famalicão è scritto per filo e per segno. Provvidenziali autogol a parte, magari.