‘That’s never changed’, mai. Perché “I’ve always been a Blue”. Nessuna traduzione, solo un sentimento: amore. Quello tra l’Everton e Rooney. Storia eterna, iniziata e finita assieme. Nel mezzo la separazione, dolorosa, ma obbligatoria. Questione di carriera, di un percorso da scrivere. Andando solo avanti ma sperando di tornare indietro. In mezzo date, gol, trofei, sbronze, trapianti dei capelli e dichiarazioni di una passione sempre accesa. Viva.
Racconti
di colori, tifoserie e destini. Dalle Premier League con Ferguson
alle rovesciate spacca gravità. Entrando nella leggenda del
Manchester United e aggiornando i libri di storia: eguagliando
il record di gol di un Dio Red Devils, Sir Bobby Charlton. Fino al
coming back, il gran ritorno. ‘Oh my dear Everton’, yes.
Prendendo il posto di Lukaku, uno dal percorso inverso. Trame di
calciatori in due fermate differenti, uno all’inizio l’altro alla
fine. Una epilogo che però sembra lontanissimo, perché non può
smettere uno così. E allora via di gol nel giorno del ritorno in
Premier League, al Goodison Park. Palla in rete al 45’ del primo
tempo. Bolgia. Stoke City battuto e Toffees in paradiso.
Cantando
Rooney, sempre. Che torna al gol in Blue dopo 4869 giorni l'ultima realizzazione. Un gap da record in Premier League, una distanza annullata dal suo amore incondizionato. Wazza gol, da protagonista. Di testa, esultando strisciando l'erba: mangiandosela. Che spettacolo, quanta eccitazione in questa Premier. In un mercato pazzesco,
con un Everton pronto a sognare. Assieme a Wayne, perché ‘That’s
never changed’, mai.