Ogni partita tocca corde particolari. Motivazioni, significati, realtà a confronto. "L'isola che non c'è", cantava Bennato. Inghilterra e Islanda: queste isole invece ad Euro 2016 ci sono eccome. A modo loro un po' a sorpresa, l'Islanda perchè sta (ri)scrivendo la sua storia calcistica, l'Inghilterra perchè, in tema di Brexit, oltremanica era più probabile l'uscita della nazionale di Hodgson da Euro 2016 che non quella del paese dall'Unione Europea. Da un lato gli inglesi, mai vincitori in un Europeo, dall'altro gli islandesi, mai così avanti nel torneo, ma entrambi pronti a vivere l'avventura di una vita.
La musica è cambiata, ma non quella che negli anni ha 'esportato' essenza e paesaggi di questi due paesi. Gudjohnsen come Bjork, un classico ammirato da molti, Traustason e Bordvarsson come gli Of Monsters and Men, piacevoli nuove melodie dalla terra dei ghiacci. E il CT Lagerback come i Sigur Ros, il gruppo che su Youtube nel giorno del solstizio d'estate ha fatto un live streaming di 24 ore per tutta l'Islanda percorrendo la Route One. Il fascino dell'on the road. La strada, quella tracciata per la prima volta da Lagerback fino agli ottavi di un Europeo e quella percorsa dai Sigur Ros, che abbraccia tutta l'isola che non è solo geyser, ghiaccio e vulcani ma paesaggi mozzafiato, colori rari ai nostri occhi, silenzi lontani dall'atmosfera di uno stadio ed anche, oggi più che mai, calcio.
Gli inglesi però hanno sempre subìto positivamente e trasversalmente il fascino islandese. Dalla musica (charts testimoni) al calcio, ed anche in questo Europeo quando i tifosi d'oltremanica hanno indossato la busta di un supermercato di surgelati "Iceland", sperando in un ottavo proprio contro di loro. E infatti eccoli avversari; pronostico indovinato, ma non così scontato come il tema di una canzone di Adele. Hodgson e la nazionale? Un po' come gli Oasis, tanto tempo insieme ma destinati a separarsi. Stop Crying Your Heart Out in radio mentre Rooney esordiva a 16 anni nel campionato inglese, lui nato a Liverpool dove altri 'quattro' hanno fatto la storia della musica inglese. Mentre quando nasceva Rashford, We Are The Champions compiva 20 anni e sempre nel Regno Unito si formavano i Coldplay. E quando Chris Martin e compagni incantavano con The Scientist, Vardy lavorava in fabbrica. Nobody say it was easy...Nothing Song cantano i Sigur Ros ma l'Islanda avrà ancora qualcosa da dire. Venuti da una terra in cui tutto It's Oh So Quiet, come mossi da un Wanderlust calcistico, sono partiti per l'Europeo e continuano la loro avventura che prosegue con Thousand Eyes su di loro a dimostrazione che ritenerli una squadra materasso, e subito fuori al primo turno, erano solo Little Talks.
Invece un Hymn For The Weekend inglese potrebbe esser stato We Will Rock You perchè anche se un po' Under Pressure, Little By Little, l'Inghilterra è arrivata agli ottavi, forse The Hardest Part visto il rischio di sottovalutare l'avversario, ma con la voglia di vivere l'Adventure Of A Lifetime. Ed è a Kind Of Magic o se volete tutto parte di un Masterplan.