Germania-Italia, l'Europa calcistica (e non solo...) si ferma. Sguardi fissi, inevitabilmente, su una sfida storica tra stelle: in palio c'era la semifinale dell'Europeo, e anche negli Stati Uniti, soprattutto a New York, la passione per una sfida dall'eterno fascino non è certo mancata. Tanti gli italiani che hanno cercato fortuna (ed una TV) nella Grande Mela, ancora di più quelli qui in vacanza: non da meno, però, i tedeschi, uniti nel segno della Die Mannschaft.
Tensione alle stelle e squadre in campo: al momento dell'inno tutti in piedi, chi con la mano sul cuore e la voce in fuori e chi sbattendo le mani sui tavoli, intonando a ritmo l'inno di Mameli. I più amati giocano in attacco e in porta: Muller e Neuer da una parte, Pellè (soprattutto dal pubblico femminile) e Buffon dall'altra, con Conte idolatrato dai più. La gara? Tesa e sul filo dell'equilibrio: i tedeschi esultano quando segna Schweinsteiger (entrato al posto dell'infortunato Khedira, tanti gli applausi per lui), ma il gol viene annullato: urlo che resta strozzato in gola. Stesso effetto prodotto dal tiro di Sturaro, deviato da Boateng in angolo, ai tifosi azzurri.
Si arriva al 90' e i supplementari scivolano via con poche emozioni e tanta tensione. Entrano anche Insigne e Zaza, osannati dalla folla, ma il risultato non cambia. Si va ai rigori. Dagli 11 metri c'è il festival dell'errore e dell'orrore, in una continua girandola di emozioni. I tedeschi si alzano per il match point di Schweinsteiger ma il centrocampista manda alle stelle. Il destino però (e anche qualcos'altro) stavolta vuole bene alla Germania: Darmian sbaglia, Hector no e porta i suoi in semifinale. Si scatenano i tedeschi nel pub: per una volta, l'hanno spuntata loro.
Ma qualcuno urla "Grosso" e il loro sorriso si spegne in un istante. Perché il passato non si dimentica e il cielo sopra Berlino, almeno oggi, è ancora solo un po' meno azzurro.