#Euro2016 - Francia-Irlanda, giochi di Karma: I per Vendetta
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Data: 26/06/2016 -

#Euro2016 - Francia-Irlanda, giochi di Karma: I per Vendetta

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Prima o poi la ruota gira. Sempre. Perché se tutto scorre, allora sì, tutto ritorna. Questione di Karma. Questione di Vendetta. E che va servita fredda lo sapete già. Capito, Francia? Testa bassa, sguardo distante. Sanno il perché, loro. Irlanda col dente avvelenato invece, agli ottavi sarà battaglia (oggi alle 15 su Sky Sport): la beffa di 7 anni fa non si cancella. "Un omicidio, tutta Europa ha visto che è successo". Parola di un Trap infuriato come pochi, ex CT dell'Eire. Roba che gli "Strunz" del Bayern Monaco, in confronto, erano bazzecole.

I francesi temono il Karma, stavolta sì. Temono che la ruota giri, ma nel verso opposto. Hanno paura, pensano, ricordano. Ah, Henry. Tu quoque. Cosa accadde nel 2009? Per gli smemorati: spareggio decisivo per accedere ai Mondiali del 2010, Titì "controlla" di mano e sforna un assist per Gallas. Gol del difensore sulla linea (anche in fuorigioco, pensate!). Rabbia irlandese, ma l'arbitro convalida e i galletti passano. Oggi c'è aria di rivalsa. Sguardo freddo, concentrato. Soprattutto perché si gioca in trasferta e in casa del "nemico". Lione fortino d'oltralpe da espugnare.

Guy Fawkes, dove sei? Altro che congiura delle polveri. Quella che nel 1605 rischiò di far esplodere la Camera dei Lord e tutto il Parlamento. Altre motivazioni, altri tempi. Chiaro. Ma tant'è, similitudini applicate al mondo pallonaro. Un calcio alla storia. Non più la V stavolta, bensì la I verdeggiante dell'Irlanda: sì, ci siamo: I per Vendetta. Remake giornalistico del famoso film con Natalie Portman. Un successone, oggi calza a pennello. "Ci hanno fregati, ci hanno rubato la partita". Urlava Dunne dopo il fattaccio. Parole al vento? In teora sì, perché la partita non si rigiocò e l'Irlanda rimase a casa. In realtà no, perché "le parole non perderanno mai il loro potere, sono il mezzo per giungere al significato all'affermazione della verità". Giochi di Karma.

Robbie Keane capopopolo poi, tra Spartaco e Guy Fawkes. Contro i potenti, contro gli "imbroglioni" francesi. La 10, il sogno, l'utopia di battere la Francia a casa sua. Sperando che la sua "rivolta" non si infranga lungo la Via Appia. Storia romana riapplicata. Perché i francesi, 7 anni fa, rubarono la partita e la chiamarono vittoria. Un po' come quel deserto che divenne pace (cit. Tacito). Keane era in campo quel giorno di novembre, oggi vuole "vendicarsi". Toh, coincidenze: lo stesso mese in cui si sarebbe dovuta verificare la congiura delle polveri. Assonanze curiose, parola all'attaccante e ai suoi seguaci, rivoltosi del pallone: McGeady, Whelan, O'Shea. Nessun cappello nero sulla testa, nessuna barbetta "stile XVII secolo". Solo una maschera sul volto. Col sorriso, beffardo, di chi sa che prima o poi la ruota gira. Magari proprio a casa del "nemico".



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