Non è stato facile, ma alla fine è stato bellissimo. Sofferenza, sì, per 87 minuti. La fisicità della Svezia si è fatta sentire ma il muro eretto da Ibra e compagni alla fine ha ceduto. Ha iniziato a scricchiolare con la traversa di Parolo: assist al bacio di Giaccherini che quando si è acceso i gigandi svedesi nulla hanno potuto. Un colpo, un sussulto all'incrocio dei pali e fuori. Mani in testa, ma la partita non è finita. L'Italia c'è, resiste e al momento giusto ha colpito. Rimessa laterale che Chiellini batte subito, sponda di testa di Zaza, la palla arriva ad Eder. Slalom gigante, posizione di tiro e gol! Isaksson battuto. E' l'88' e la partita si tinge d'azzurro. Festa col 'Po po po po po po po', tutto, tutti a cantarlo, ad abbracciare Eder che nel primo tempo non aveva effettuato nemmeno un passaggio. Ma Conte l'ha tenuto in campo, tutti e 90 i minuti e lui l'ha ripagato così. Questo l'epilogo: Italia 1, Svezia 0. Ibra non fa più paura, non ne ha fatta tanta a dir la verità a parte un incontro molto ravvicinato con la porta azzurra: quel tiro l'aveva pure spedito altissimo, ma era tutto fermo per fuorigioco. L'Italia cinica e resistente di Conte vince ancora ed ora: ottavi! E che bello vedere a ridosso del triplice fischio tutta la panchina in piedi, in tensione, abbracciati, italiani. Poi la gioia.