Sei giorni e circa 100 chilometri. Sono quelli che hanno separato, nello spazio e nel tempo, le due prodezze su punizione dei fratelli Esposito. Salvatore, centrocampista classe 2000, dello Spezia, aveva chiuso in favore della sua squadra la sfida del Picco contro il Milan di sabato 13 maggio, con un 2-0 che ha riportato la squadra di Semplici nel cuore della lotta salvezza in Serie A. Sebastiano, più piccolo di due anni, ha replicato nel weekend successivo colpendo il Genoa al Ferraris per il provvisorio 1-1 nel rocambolesco 4-3 per la squadra di Gilardino che ha chiuso la regular season del Bari, pronto a giocarsi la promozione attraverso i playoff.
Salvatore sul podio europeo, Sebastiano “a scuola” da Eriksen: passione calci di punizione a casa Esposito
Destini incrociati, quelli dei fratelli Esposito. Che scorrono sui binari di una delle specialità di questa famiglia di calciatori. E se Salvatore, che Daniele De Rossi alla Spal aveva eletto a punto di riferimento nel cuore del campo, in Europa negli ultimi quattro anni ha segnato su calcio di punizione diretto ben otto reti, meno solo di James Ward-Prowse del Southampton a quota 13 gol e un certo Leo Messi secondo a 10 nella speciale classifica che riunisce i calciatori dei campionati europei top 5 (Italia, Inghilterra, Spagna, Germania e Francia) Sebastiano sta coltivando questa passione in tempi più recenti. Rispetto al fratello maggiore calcia colpendo più con il collo del piede che non con il piattone tagliato e predilige la posizione centrale.
Una coordinazione che ricorda quella di Christian Eriksen, che Sebastiano ha avuto modo di studiare da vicino all’Inter. Quando Antonio Conte lo aveva lanciato nella mischia ancora minorenne, facendone l’esordiente nerazzurro più giovane nella storia della Champions League a 17 anni e 113 giorni e festeggiandone il primo gol da professionista: 21 dicembre 2019, calcio di rigore trasformato a San Siro a 17 anni, 5 mesi e 19 giorni e primato strappato a Beppe Bergomi. Ah, anche in quel caso l’avversario era il Genoa.
Bari tappa della maturazione? Mignani investe su Sebastiano Esposito
Quella rampa di lancio per Sebastiano in realtà si è presto trasformata in un lungo periodo di addestramento, affrontato con la valigia in mano e senza paura di affrontare viaggi di formazione all’estero. Negli ultimi due anni e mezzo è passato per Venezia, Basilea, Ferrara con la Spal e l’Anderlecht in Belgio. Fatturato complessivo di 87 presenze, 12 gol e 13 assist. Senza trovare però un centro di gravità permanente che gli permettesse di svestire l’etichetta di “predestinato” e indossare quella di “titolare di talento”.
Fino alla tappa di Bari, scelta a fine gennaio con la formula del prestito. Esperienza avviata con due gol nelle prime due uscite a inizio febbraio contro Spal e Cosenza, passata per un bimestre trascorso più in panchina che in campo tra fine febbraio e fine aprile e impreziosita da un presente che fa ben sperare. Gol al Pisa e cinque uscite di fila dal primo minuto nel finale di stagione. “Mi fa piacere perché nell'ultimo periodo si è calato nella maniera giusta, adesso si vede che è in fiducia” ha detto di lui il suo allenatore Mignani, che lo ha testato nelle ultime due partite anche da trequartista con ottimi risultati, dopo la partita di Genova. “Sto bene, andiamo ai playoff senza paura di nessuno”, ha replicato Sebastiano ai microfoni di Sky. Con la sfida cui calci di punizione con il fratello Salvatore sullo sfondo e la corsa ai grandi traguardi (salvezza dello Spezia, promozione del Bari) all’orizzonte. A tifare per loro ci sarà anche il fratellino Francesco Pio, il più piccolo della compagnia: è nato nel 2005, gioca in attacco e lo fa con profitto - già 15 gol - nella formazione Under 19 dell’Inter. Sarà in campo con l’Italia del ct Nunziata nel Mondiale Under 20 in Argentina. Chissà come se la cava con i calci di punizione...