Abnegazione e determinazione. Quelle che hanno ripagato i sacrifici di Davide Zappacosta. Con gli interessi. Perché diventare un imprescindibile del Toro quando “ero juventino sfegatato perché tutta la mia famiglia lo era”, non è da tutti. “Ora grido ‘Forza Toro’ e sono felice di indossare questa maglia”. Dedizione verso la causa granata. Costanza e impegno, sempre. Merito da condividere con papà Roberto che “mi ha insegnato a non montarmi la testa e rimanere sempre con i piedi per terra”. Soprattutto quando “lui stesso mi allenava nei giovanissimi nel Sora ed… è stato uno degli anni dove ho giocato di meno! Mi teneva in panchina per dimostrare ai miei compagni che non avvantaggiava nessuno”. Plasmandone il carattere. “Se non giochi t'incazzi, ma poi devi mettere quell'incazzatura nella partita dopo". Ed inculcando in Zappacosta la cultura del lavoro. “Sono sempre stato un ragazzo nella media, ma ce l’ho messa tutta per arrivare in Serie A”. Mentalità affinata poi con la gavetta. “Emergere partendo dal basso ti permette di capire che basta nulla per tornare in basso". Con l’esperienza ad Avellino come crocevia fondamentale. “Sono molto legato ad Avellino e mi sono tatuato sul braccio il giorno della promozione: 05/05/2013”. Le prime soddisfazioni ed “i primi guadagni: mi comprai la macchina, un’Alfa Mito che ancora resiste". Ora Mihajlovic ed il Torino si coccolano il loro ‘Zambrottino’. “Mi soprannominano così ma prima mi chiamavano Cafu. Certo, la strada è ancora lunga… Da piccolo però mi ispiravo a Nedved”. Un bacio ai parastinchi dove sono incise le iniziali dei genitori e… contachilometri in tilt. L’eredità di Bruno Peres che non pesa. Anzi. Spinge a dare sempre di più. Quantità e qualità. Ma soprattutto la lucidità necessaria per un gol - il primo in stagione, segnato proprio ieri al Chievo – e 5 assist. Il gallo Belotti ringrazia e spera di usufruire degli assist di Zappacosta anche in Nazionale. Con un ammiratore d’eccezione come Giampiero Ventura poi, il gioco è fatto. Dicono straveda per lui. Tanto da farlo esordire contro il Liechtenstein il 12 novembre 2016: “Mister Ventura mi ha dato tanto aiutandomi a migliorare e facendo sì che il mio sogno diventasse realtà”. Il resto l’hanno fatto l’abnegazione e la determinazione che ‘Zambrottino’ ha sempre dimostrato in campo. Le stesse che hanno convinto i tifosi del Toro ad accettare il cambio di fede grazie alla dedizione mostrata nel lottare per i colori granata.
Data: 24/04/2017 -