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Data: 21/03/2018 -

Entella, 'piovra' La Mantia si racconta: "Io, papà e i gol di Balbo. Salvezza? Pronto un tatuaggio speciale. E in futuro la Laurea"

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Una lotta continua. Battagliando partita dopo partita. L’essenza della stagione dell’Entella, con una salvezza da ipotecare a qualsiasi costo. E con quel 19 in maglia biancoceleste emblema del battagliare in campo. Tra una sportellata e l’altra, Andrea La Mantia sa come farsi valere con gli avversari. Guerriero. Anche se a volta l’apparenza inganna. Infatti Andrea è tanto grintoso in campo quanto timido fuori: “Sono un tipo tranquillo, un bravo ragazzo. Mi piace molto guardare le serie tv e praticamente vedo solo Netflix. Per il resto adoro il rap italiano e il mio rapper preferito è Marracash”. Soprattutto un tipo con la testa sulle spalle: “Se non fossi diventato calciatore, il piano B c’è sempre stato – ha dichiarato in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com -. Mia madre ha sempre preteso molto da me per quanto riguarda lo studio e a scuola non ho mai avuto problemi, anzi. Se non studiavo erano guai… Avevo iniziato anche l’università telematica: ho fatto due anni e mi manca il terzo ma mi piacerebbe davvero portarla a termine”. Insomma, un futuro da Dott. La Mantia.


Lui, classe ’91 innamoratosi del calcio “da piccolo quando giocavo sotto casa” grazie a “mio papà Mario che mi ha sempre seguito e lo fa tutt’ora, dovunque. Spesso le mie dediche sono anche per lui” è romano e tifosissimo della Roma. Tanto che “da bambino avevo la maglia di Balbo e i miei idoli sono sempre stati i giocatori passati per la Roma: Totti, Montella, Batistuta… Poi crescendo i miei punti di riferimento sono diventati anche altri”. Spesso proprio da Chiavari “seguo i giallorossi in tv con Eros De Santis, un altro tifoso romanista come me e che tra l’altro è di proprietà della Roma”.


Alla sua seconda stagione in B si sta rivelando una delle note più liete di quest’Entella. Nel gruppo dei Diavoli Neri si è ambientato subito alla grande: “Stiamo bene insieme e ci divertiamo. L’anima è De Luca: ci fa ridere e fa mille scherzi a chiunque capiti a tiro”. Proprio la ‘zanzara’ ha attribuito a La Mantia un soprannome dal significato tutto da interpretare: “Peppe (De Luca, ndr) mi ha soprannominato ‘piovra’. Mi diceva: ‘In campo non ti muovi, sembri una piovra!’. Peccato che pensava che la piovra fosse… un albero!’. Mi sa che dopo aver detto questa l’ho rovinato”, ammette ridendo di gusto l’attaccante dell’Entella. Beh, magari anche il suo partner d’attacco leggendo queste righe si farà una risata. E comunque presto ‘la piovra’ si farà perdonare visto che “gli offrirò una cena prima possibile per i tanti assist in stagione, deve solo decidere dove. Ad Aramu invece l’ho offerta per il secondo assist e siamo andati a mangiare qui a Chiavari al ristorante ‘Da Felice’”. Dopotutto quel soprannome sembrerebbe andargli piuttosto a genio. Da 'lama' - come lo chiamano da sempre i compagni per via del cognome - a 'piovra': un certo feeling col mondo animale. La Mantia è pronto a fare una scommessa: “Se ci salveremo e segnerò altri gol decisivi, una piovra potrei anche tatuarmela”, afferma con l’ennesima risata.


Quel che è certo è che di gol pesanti ne ha già messi a segno diversi. Chiamato in estate dalla Pro Vercelli con l’arduo compito di non far rimpiangere un certo Ciccio Caputo, il 19 biancoceleste ha già risposto con 11 centri: mica male. La doppia cifra: primo traguardo stagionale raggiunto. “Raggiungerla e superarla in B era un obiettivo e farlo al secondo anno personale di militanza nel campionato è una bella sensazione dopo tanta fatica e gavetta”. Reti spesso pesantissime: basterebbe guardare le ultime due messe a segno contro il Parma in una sfida delicata a dir poco. “È stata una vittoria che volevamo e cercavamo, ora serve avere continuità. L’unione ci ha portato a vincere nonostante non fosse affatto semplice. Se avessimo perso ci saremmo staccati dalle dirette concorrenti e non potevamo permettercelo. La salvezza passa da qui, dal nostro atteggiamento e dal nostro spirito”. Ora un obbligo ben preciso: raggiungerla. 32 i punti in classifica della squadra allenata da Aglietti: “Non mi pongo altri obiettivi personali, quel che certo è che l’Entella non si debba fermare”.


E pazienza se per La Mantia la Serie B è diventata realtà con un po’ di ritardo nonostante “qualche rimpianto che sicuramente c’è ma giustamente in B non ci si arriva finché non si dimostra il proprio valore in C… Ho capito solo crescendo con l’età che questo non è un gioco ma un lavoro e ogni pallone toccato può essere importante. C’è addirittura chi afferma come la carriera del classe ’91 sia definitivamente decollata ai tempi del Cosenza quando ha intrapreso una relazione con la sua bella, Silva: “Lei dice così perché le conviene”, continua ridendo il giocatore.


Ma chissà che un domani possa guardare anche più in là: “Alla Serie A non ci penso ma se un giorno dovessi arrivarci tutto dipenderà da tanti fattori e soprattutto da ciò che dimostrerò in campo. Poi, logico, è il sogno di tutti. Immagino che se dovessi segnare il primo gol in Serie A mi ritroverei mio papà morto sul divano: gli verrebbe un colpo – ride -! A parte gli scherzi, sarebbe ancora più orgoglioso”. Per i sogni ci sarà tempo, ora la testa deve rimanere focalizzata solo ed esclusivamente sulla salvezza. Da raggiungere “a qualsiasi costo” battagliando partita dopo partita come Andrea La Mantia insegna.



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