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Data: 09/03/2016 -

Entella, Caputo e il più classico dei gol dell'ex: “Ho ricevuto tanti messaggi di stima dai tifosi del Bari”

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Chissà come dev’essere svegliarsi i giorni dopo. Un gol alla tua ex squadra, un vortice di emozioni. Che poi, quella squadra non è solamente una ‘ex’ come tante. No. Ciccio Caputo del Bari è stato leader, anima e cuore. Tifoso fin da bambino, ma soprattutto il capitano. Prima amato, idolatrato e osannato, poi aspramente criticato. Quindi, la sofferta scelta di separarsi e di approdare a Chiavari ed infine, sabato, il più classico dei gol dell’ex: “Dedico tutto ciò a chi mi è stato vicino nei momenti difficili, ovvero la mia famiglia – ha dichiarato Caputo in esclusiva a Gianlucadimarzio.com – Per me il giorno dopo è stato tutto così particolare, perché il Bari non è semplicemente la mia ex squadra. I tifosi baresi mi hanno mandato tanti messaggi di stima ed alcuni addirittura mi hanno detto che mi sono preso la mia rivincita, ma non è così perché non dovevo prendermi alcuna rivincita. Solo chi fa questo mestiere può capire che emozioni si provano dopo una partita del genere”. Ciccio a Chiavari è un re. Il giocatore più rappresentativo, il trascinatore che nella scorsa stagione era tanto mancato: “A Chiavari sono contenti, mi fermano per strada per farmi i complimenti. C’è tanto entusiasmo”. Momento diametralmente opposto invece proprio per il Bari: “A fine partita ho parlato con alcuni ex compagni come De Luca e Guarna, coi quali sono molto amico, però non ci abbiamo scherzato su anche perché capisco bene il loro momento ed è giusto lasciarli lavorare tranquilli”. Infine, una battuta su Conte, suo ex allenatore ed amico proprio dell’attaccante dell’Entella: “No no, con Conte ancora non ci siamo sentiti, ma chissà che non lo faremo presto”. I giorni dopo, quando ti svegli, pensi che sia stato solamente un sogno. I pizzicotti non servono, ma pian piano realizzi quanto tutto sia così dolcemente vero. A differenza dei tifosi dell’Entella, che invece, di sognare, non hanno alcuna intenzione di smettere. Alberto Trovamala


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