Bryan Cristante torna in Serie A e lo fa con chi, esattamente come lui, ha spinto fino all’ultimo per rimettere piede nella massima serie italiana. Il neopromosso Pescara punta sul ventunenne scuola Milan, reduce da una stagione a metà tra Lisbona e Palermo, senza avere chance né al Benfica, né in Sicilia. Ora vuole riprovarci in maglia biancazzurra, in una squadra che non vuole ripetere gli errori dell’ultima volta in cui ha giocato in Serie A, quando un girone di ritorno disastroso aprì nuovamente le porte della B. Non manca l’entusiasmo e non manca la convinzione da entrambe le parti, perché da Pescara è arrivato un endorsement fondamentale per l’arrivo di Cristante: quello di Massimo Oddo, che sta spingendo per il suo trasferimento. La figura dell'allenatore potrebbe essere decisiva, anche perchè nella notte si è inserito con prepotenza il Cagliari che vorrebbe strapparlo a sorpresa alla concorrenza.
L’allenatore delle due finali playoff non c’era quando Cristante esordì tra i professionisti in quel Viktoria Plzen-Milan di Champions League, ma aveva già sentito parlare - e bene - di quel centrocampista che stava scalando le gerarchie nelle giovanili rossonere. A sedici anni, campione d’Italia con gli Allievi Nazionali, è già pronto per il salto di categoria. Quello che pochi mesi dopo la finale con l’Empoli lo porta ad ascoltare dal vivo l’inno della Champions League nell’insolita cornice del "Mesta Plzne”, dove trova i suoi dieci minuti di gloria per l’esordio in prima squadra. Un assaggio di quel che sarebbe potuta essere la sua storia col Milan, proseguita nella Primavera e con tre apparizioni tra i grandi, per nulla anonime. Anzi, quella sassata con l’Atalanta sembrava l’intro di un film già visto, soprattutto in una società che ha fatto la storia con giocatori cresciuti nel proprio vivaio.
Così non è stato, e alla fine è stato il Benfica a puntare su Cristante. Almeno sul piano economico: sei milioni di euro per un diciannovenne con cinque presenze in prima squadra, ma anche con un talento difficile da non notare. Premesse ottime, che non trovano conferme alla prova del campo. Venti partite giocate in un anno e mezzo, la maggior parte delle quali in coppa, poi il ritorno in Italia. A Palermo, però, sono più gli allenatori che le partite giocate: sei contro quattro, una sola di queste giocata da titolare e di fatto mai più schierato dopo l’addio di Schelotto. Una situazione caotica che non lo ha di certo aiutato, tant’è che s’è capito ben presto quale fosse l’intenzione del club. Riscatto non esercitato e ritorno al mittente, ma con l’obiettivo di tornare subito in Serie A per cancellare gli ultimi cinque mesi.
La chiamata è arrivata e Cristante vuol farsi trovare pronto. Il Benfica, dal canto suo, continua a credere nell’investimento di due anni fa. Un altro prestito, un’altra chance per dimostrare di essere un giocatore da Serie A e per far sbocciare quel talento che impressionò tutti ai tempi del Milan. Soprattutto, una chance per ricambiare la fiducia di Massimo Oddo, che si è speso in prima persona per dargli in mano le chiavi del Pescara. Sarà Cristante a guidare il centrocampo biancazzurro nella corsa alla salvezza della prossima stagione, con un obiettivo ben chiaro in mente: dopo tanti sforzi per guadagnarsi la Serie A, l’unica cosa che conta è rimanerci. A ventuno anni può essere arrivato il momento giusto per la consacrazione.
Benedetto Giardina