Un 2015 da incorniciare per Riccardo Saponara, capace di riprendersi con gli interessi ciò che l'opaca esperienza nel Milan gli aveva tolto. Lo stesso trequartista dell'Empoli lo definisce "L'anno della resurrezione" nel corso di un'intervista concessa a Tuttosport: "Dopo una stagione e mezzo difficilissima, sono tornato il giocatore che ero in B nel biennio 2011-2013. Sento però di essere cresciuto ulteriormente e di avere ancora margini per migliorare e questo lo devo all'Empoli che mi ha dato la possibilità di giocare con continuità. Credo che l'esperienza milanese, negativa sotto molti punti di vista, mi abbia comunque arricchito tanto e plasmato non solo nel carattere. Milan? Non lo considero un fallimento, ma se devo trovare un colpevole, imputo tutto a me stesso. Le responsabilità sono mie, non di altri. Sicuramente non ero maturo per un'esperienza del genere e non ho saputo sfruttare le poche occasioni che ho avuto. Poi, ovvio, non sono stato fortunato, ho avuto tanti problemi fisici e non ho trovato un ambiente sereno che potesse aiutare l'inserimento di un giovane proveniente dalla B".
Del 2015 rimarrà impressa un'immagine in particolare: "Il gol in rovesciata al Napoli nel 4-2 del 30 aprile. Oltre a essere stato un gol bellissimo, è stato emozionante segnarlo davanti alla mia famiglia e alla mia ragazza che per la prima volta era in tribuna a Empoli". La convocazione per gli Europei è tra gli obiettivi di Saponara? "La nazionale è una conseguenza di quello che riuscirò ad esprimere con l'Empoli. Ovviamente spero di arrivare in azzurro, ma dipenderà dal mio lavoro. Personalmente spero di arrivare in doppia cifra nei gol e di continuare a divertirmi con i miei compagni. Modelli? Oltre a Kakà mi piacciono molto Di Maria e Ozil, mentre so che Maccarone mi ha paragonato a Pastore: in effetti in alcune caratteristiche ci assomigliamo". L'Empoli, grazie anche alle giocate di Saponara, vola in classifica: "Siamo andati oltre le nostre aspettative, però analizzando la nostra rosa in modo lucido, si poteva prospettare un campionato positivo. Sono arrivati giocatori di qualità e chi è rimasto ha un anno di esperienza in più in A. La scorsa stagione quando affrontavamo determinate squadre accusavamo una sorta di sudditanza, adesso invece giochiamo senza timori, a viso aperto contro chiunque".
Grandi meriti anche a Giampaolo: "Vanno fatti i complimenti alla società, brava nell'individuare un tecnico che per metodi di lavoro avesse analogie con Sarri. In questo modo l'Empoli ha dato continuità al lavoro di tre anni e Giampaolo, un maestro di calcio, è stato bravo a non stravolgere la squadra. All'inizio si è adattato e poi ha iniziato a inserire alcune sue idee, secondo me migliorando il nostro gioco. Quando raggiungeremo la tranquillità, sarà importante porsi un altro obiettivo per non sedersi, perché altrimenti potremmo andare incontro a brutte figure. Siamo per lo più giovani, è giusto avere voglia di fare sempre meglio e non accontentarsi". Lotta scudetto, chi è la più forte? "Non penso si possa parlare già oggi di una favorita. Credo che Inter, Juve e Napoli abbiamo qualcosa in più delle altre, ma sarà una corsa alla pari fino alla fine". Futuro: "Fino a giugno non mi muovo da Empoli. Sono riconoscente a questa società e voglio togliermi qualche soddisfazione con questi ragazzi. Poi chissà. Mi vedo ancora in serie A perché questo è un campionato che mi piace moltissimo, ma non posso escludere un’esperienza all’estero se si presenterà un progetto importante".