"Il mio sogno è quello di conquistare il Pallone d'oro. Farò di tutto per riuscirci e se mi fermerò a metà strada, ci avrò comunque provato". Così diceva M'Baye Niang nel 2015, nove anni fa. A 29 anni è evidente che la sua ambizione rimarrà solo un sogno. Eppure, dal suo ritorno in Serie A sembra essere totalmente cambiato. Glielo si legge negli occhi. D'altro canto, come diceva Tony Montana in Scarface: "Gli occhi non mentono mai". E il gol salvezza segnato nei minuti di recupero dell'ultima gara contro la Roma è solo l'ultima dimostrazione.
Aspettative e delusioni
Quando esordisce per la prima volta tra i professionisti, Niang ha solo 16 anni. Nella sua prima stagione al Caen colleziona 2 gol e 3 assist, dando un assaggio delle sue qualità: forza fisica, velocità e tecnica. Philippe Tranchart, suo allenatore nelle giovanili della squadra francese, è sicuro: "Non ho mai visto un calciatore come lui". Le aspettative cominciano ad alzarsi, la gente inizia a paragonarlo a Thierry Henry. Nella stagione 2011-2012 contribuisce alla salvezza del Caen e attira l'attenzione di molti top club europei, tra cui il Milan. Tuttavia, non lascerà un bel ricordo di sé tra i tifosi rossoneri.
Le sue prestazioni appaiono sottotono e si parla spesso delle sue vicende extra campo. Il ricordo più vivido nella mente dei milanisti rimane però quello della gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro il Barcellona nella stagione 2012-13. Solo contro Victor Valdès, il senegalese colpisce un palo che ha del calmoroso. Risultato finale 4-0 per gli spagnoli e Milan eliminato. Un lampo di classe pura, ma con un esito sfortunato: metafora della sua esperienza in rossonero.
Dopo l'esperienza milanese, il club lo gira in prestito in Francia, in Inghilterra; tornerà anche in Italia, con una parentesi al Genoa. Non lascia il segno in nessuna di queste avventure. Passano gli anni, ma Niang non brilla. Nel 2017 Mihajlovic lo vuole con sé al Torino, ma anche qui non riesce a trovare continuità. Così la storia si ripete. Torna nuovamente in Francia, si sposta poi in Arabia e giunge in Turchia. Con l'Adana Demirspor riesce a mettere a segno 8 gol in 16 presenze. Forse ci siamo. Forse a 29 anni è riuscito a sbocciare.
Niang-Empoli: nel posto giusto al momento opportuno
Nello scorso mercato di gennaio, Niang viene acquistato dall'Empoli. Una nuova occasione in Italia. Questa volta sa di non potersela lasciar sfuggire. Davide Nicola, subentrato ad Andreazzoli, può essere l'uomo giusto per dargli le motivazioni di cui ha bisogno. Il club conta su di lui. Niang sente subito la fiducia di tutto l'ambiente e trova il miglior modo possibile di ripagarla. Gol su calcio di rigore e un assist nello scontro diretto contro la Salernitana. Niente male come esordio. Il senegalese è talmente carico che si ripete nel match successivo, quando al Castellani arriva la Fiorentina. Realizza un altro calcio di rigore spedendo il pallone sotto l'incrocio dei pali e poi un altro ancora contro il Sassuolo. 3 partite, 3 rigori segnati, 7 punti conquistati.
Nell'intervista al termine della partita contro la Fiorentina ha detto: "I rigori li deve tirare gente con personalità, non chi ha paura". Lo scorso febbraio il direttore sportivo dell'Empoli Pietro Accardi aveva invece dichiarato: "Abbiamo trovato un ragazzo molto motivato. Sa quello che si gioca, sia l'Empoli che lui. La sua voglia e il suo carattere faranno la differenza".
Una profezia che è diventata realtà. È stato proprio Niang, infatti, ad aver segnato il gol che ha regalato all'Empoli la salvezza. Al 93' dell'ultima partita di campionato il classe '94 ha realizzato in girata il gol salvezza, condannando così alla retrocessione il Frosinone. Niang chiude così la sua prima stagione a Empoli con 14 presenze, 6 gol (uno ogni 118 minuti) e 1 assist. A Empoli è finalmente sbocciato Niang. Il passato è ormai passato. Il futuro è ancora la Serie A.