Ha appeso gli scarpini al chiodo ad Empoli. Ora, proprio con gli azzurri, è ripartito. La giacca e la camicia al posto della maglia a maniche corte e dei pantaloncini. La scrivania a sostituire il campo. Un tempo Pietro Accardi aveva il compito di difendere il suo portiere dagli attacchi avversari. Ora fa il Ds e, alla sua prima esperienza, ha già raggiunto una promozione in Serie A. Lo ha fatto con l’Empoli degli imbattibili: “E’ stata la vittoria del coraggio. Anche di cambiare. Il presidente ha deciso di affidare la gestione a due ragazzi, io ho 35 anni e il dg Andrea Butti 40, scelta più che azzardata. Così ha impresso una svolta decisa alla politica del club coinvolgendo tutte le persone che lavorano nella società, dal primo dirigente al magazziniere e alla fine ha vinto il suo progetto”. Già, la forza di cambiare. Anche quando nessuno se lo aspettava, come accaduto con l’esonero di Vivarini nella prima parte di stagione: “All’inizio della stagione è stato importante. Ha raccolto un’eredità complicata ed ha partecipato alla rifondazione di società e squadra. Gli va dato il merito di avere formato una squadra competitiva basata su un gruppo funzionale. Perché via? In realtà ciò che ci ha spinto a compiere una scelta così difficile e controcorrente, più che la posizione di classifica (eravamo a 2 punti dalla quinta e a 5 dalla seconda), è stata la constatazione, vivendo il quotidiano, che l’Empoli rendeva meno rispetto al proprio potenziale”. Al suo posto Andreazzoli: “Che ha subito infuso alla squadra più sicurezza e consapevolezza. Ha cambiato l’anima del gruppo insomma e i risultati sono arrivati immediatamente”. Adesso una Serie A tutta da gustarsi: “Devo metabolizzare la promozione, stento ancora a crederci. Ma le sfide mi intrigano e sapere di dovere affrontare la Serie A mi stimola a dare di più. Questo successo non cambia le mie idee. Vorrei contribuire alla crescita dell’Empoli mettendomi in discussione sotto ogni punto di vista. So di essere nel club giusto per migliorarmi e nel presidente ho un punto di riferimento ben definito. Prima però voglio e devo godermi la promozione...».
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