Dal titolo portoghese al Manchester City dei record, un anno niente affatto male quello che sta per chiudere Ederson Moraes. Il 2017 del portiere brasiliano è stato indimenticabile, considerando anche l'esordio con la maglia del Brasile dell'ottobre scorso nel match vinto per 3 a 0 contro il Cile. Classe 1993, un altezza non clamorosa, una faccia da bravo ragazzo e un tatuaggio con le ali del suo angelo custode. Via da San Paolo già all'età di 16 anni, cresce nel Benfica sotto gli insegnamenti di un certo Julio Cesar, che lo consiglia anche all'Inter senza però essere ascoltato. In estate ha rischiato di diventare il numero uno più pagato di sempre. Poi il trasferimento al City si è concretizzato per 35 milioni di sterline, lasciando ancora a Buffon il titolo di portiere più caro della storia del calcio (53 i milioni di euro che la Juventus versò nelle casse del Parma). A dire il vero in pochi lo conoscevano, soprattutto coloro i quali il calcio portoghese non amano guardarlo. Ma Guardiola non ha avuto dubbi, fin dal primo momento. Gli serviva un portiere non solo bravo con i piedi, ma anche capace di leggere le azioni, di agire quasi come un difensore. E ci ha visto bene con questo ragazzone, cresciuto nel mito di Rogerio Ceni e che nel Benfica Under 17 segnò anche un gran gol dalla propria area di rigore. Solo dodici le reti incassate in queste diciotto gare di campionate dominate dalla sua squadra. Alcune parate fondamentali, come quella sulla doppia conclusione ravvicinate di Mata e Lukakku nel derby vinto contro lo United. Ieri un altro match vinto, il sedicesimo consecutivo. Ad essere strapazzato il Tottenham, prossimo avversario della Juventus. Una statistica su tutte, però, vale la pena analizzare. 24 i passaggi di Eriksen, 17 quelli di Dele Alli. Ederson, ruolo portiere per chi se lo fosse dimenticato, ne ha messi a segno 26. Sì, avete capito bene: il numero uno che fa più passaggi di due centrocampisti, e non di due giocatori qualunque. Che il ruolo del portiere sia quello più cambiato nel corso degli anni, è fuori discussione. Su quanto abbia contribuito Guardiola per far sì che questo accadesse beh, rappresenta un argomento da analizzare da vicino. Intanto l'allenatore catalano si gode la sua squadra e il suo portiere, che para come un gatto e che gioca la palla come un centrocampista.
Data: 16/12/2017 -