'Il calcio non guarda in faccia nessuno'. Strano da pensare, eppure per Marco Biagianti è stato così nell'estate 2013. Una sensazione di vuoto racchiusa in un messaggio lasciato ai compagni dopo la fine di un amore, il più grande. Quello con il Catania. Addio improvviso ma incassato con la forza di un guerriero. 'Non fa male', in pieno stile Rocky, modello sempre attuale. Situazione affrontata col coraggio di chi, in fondo, ha sempre dimostrato di meritare tutto ciò che ha avuto. E di credere fino alla fine di poter riconquistare ciò che sembrava ormai perduto. Perché nel calcio, a volte, funziona come nella vita: tutto torna. Per Biagianti è tornato il sorriso. In altre parole: il suo Catania.
“Il calcio è bellissimo ma non dà mai a nessuno la possibilità di fermare l’attimo, non dà garanzie e non importa quel che è stato in precedenza: cambia tutto in un momento - racconta il centrocampista ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com -. A volte fa male il cambiamento, specialmente quando non lo desideri. Bisogna però avere sempre la forza di non lasciarsi andare al rimpianto, non serve. Finché giochi, finché puoi riscrivere la tua storia, devi avere fiducia e devi trasmetterla agli altri, credendo in un futuro migliore. Più sei positivo, più la sorte ti ricompensa: io ho avuto una grande ricompensa, sono nuovamente un calciatore del Catania”. Pragmatico Biagianti, trascinato negli anni dalla consapevolezza che le strade con i colori del cuore si sarebbero nuovamente incrociate: "Ho pensato tante volte che quello non potesse essere un addio. E i messaggi di molti tifosi del Catania mi hanno spinto a farlo ulteriormente: a volte sorridevo pensando che doveva esserci un disegno del destino. Come se ognuno di quei messaggi significasse: 'non dimentichiamoci e non poniamo limiti alla potenza del calcio, chissà se un giorno ci ritroveremo' - ha proseguito il classe '84 -. Sono arrivato la prima volta qui a 23 anni, adesso ne ho 32. In questo periodo ho vissuto esperienze umane fondamentali: ho sposato Martina, una donna meravigliosa, e da nove mesi sono papà di Mattia, il nostro bimbo nato proprio a Catania, che ha dato una ragione ancor più profonda alla mia vita ed alle mie conquiste, tutte per lui in primo luogo e per le persone che amo”.
Ultimi anni a Livorno, poi, quest'estate, la svolta. "Pietro Lo Monaco ritorna a Catania". Un'illuminazione per Biagianti: telefono in mano, messaggio al volo e un colloquio lungo cinque ore: "La notizia del ritorno del direttore ha acceso come un incendio quella piccola fiammella di speranza che avevo: con il cuore in mano, ho preso coraggio e gli ho mandato un messaggio. 'Se ci fosse la possibilità tornerei volentieri!'. - svela ancora il centrocampista -. A Pietro Lo Monaco sono legato perché ha sempre creduto in me, mi ha scoperto quand’ero in C2, ha guidato la mia crescita, ha fatto sì che potessi giocare a lungo in Serie A. Mi conosce e mi stima, ne sono fiero. Di lui non devi soltanto fidarti ma a lui devi affidarti. E ti ripagherà, sempre, perché ha cuore, intelligenza e capacità professionali delle quali non tocca a me parlare, sono evidenti e provate dalla sua storia e dalla considerazione di cui gode in Italia ed all’estero. Le cinque ore? Aneddoti, racconti di vita vissuta e sorrisi”. Sorrisi, come quelli che arrivano spontanei davanti al lungomare di Acitrezza, il luogo del cuore: "E' un luogo magico, un angolo d’evasione per tutti i catanesi di nascita e d’adozione. Poi c'è la scogliera, che mi permette di isolarmi quando ho la necessità di farlo”. Magari per ascoltare un po' di musica: 'Amore senza fine' di Pino Daniele - suggeriamo -, come il rapporto con il Catania. "Gran bel pezzo, ma se devo essere sincero – sorride Biagianti – è un po’ datato. Per spiegare il mio rapporto con questo posto scelgo un brano di Ed Sheeran, uno dei miei cantanti preferiti. È 'Thinking Out Loud', 'Pensando ad alta voce', una canzone che mi ha riportato sempre a Catania in questi anni di lontananza, almeno idealmente: è la colonna sonora della grande speranza di tornare. Il brano recita: 'and baby, my heart could still fall as hard at 23' cioè 'E, "baby", il mio cuore potrà innamorarsi come a 23 anni': 12 giorni dopo l’esordio in maglia rossazzurra, venne proprio il mio 23° compleanno”.
E l'esperienza 2.0 è partita nel migliore dei modi: penalizzazione di 7 punti cancellata in un attimo nel campionato di Lega Pro, piazzamento in piena zona playoff ed anche due gol consecutivi in casa decisivi per Biagianti, non certo un goleador: "Nei miei 'primi' 7 anni avevo fatto soltanto tre gol. Vivo qualcosa d’immenso quando segno e il Catania vince - spiega ancora il capitano rossazzurro a GianlucaDiMarzio.com -. Non era mai accaduto, ai tempi della A, che un mio gol valesse il successo. Forse è un premio alla maturità: lo condivido volentieri con i miei compagni, ragazzi straordinari”. E per alcuni anche qualche accostamento con il passato: "Di Grazia a tratti è sgusciante come il Papu Gomez, ha la fantasia di Peppe Mascara e la passione di Orazio Russo. Ma è Di Grazia, un ragazzo di 20 anni che sta crescendo e che sarà Di Grazia, non il nuovo Tizio o il nuovo Caio. La storia di Drausio, invece, mi ricorda un po’ quella di Silvestre: viene da un altro calcio, da un altro continente, ma a lungo andare affiorano tutte le qualità. Dico però che ognuno dei ragazzi di questa rosa, guidata da Pino Rigoli, professionista attento, preparato ed entusiasta, può ottenere enormi soddisfazioni. Questa piazza propizia l'esplosione del talento, così in campo come in panchina. E' successo anche con Walter Zenga e Sinisa Mihajlovic, con i quali ogni tanto scambio ancora qualche messaggio".
In chiusura i sogni ancora da raggiungere, magari seguendo un modello 'speciale', quel Rocky Balboa citato su Instagram dopo l'ultima vittoria in campionato: "Il mio sogno più importante è continuare a sognare. In cima alla lista c'è sempre il sogno Serie A, ma adesso siamo in Lega Pro e ci sono tanti traguardi intermedi da tagliare. Certamente non ci nascondiamo, l'obiettivo sono i playoff, con la miglior posizione possibile in campionato. Dopo la vittoria col Catanzaro ho scritto sui social: 'Credo che quando hai vissuto tanto tempo in un posto, tu sei quel posto!'. Ne sono super convinto e mi rivedo in questa frase di Rocky - ha concluso Biagianti -. La sua è una storia bellissima e la serie-tributo che sta andando in onda in questi giorni su Sky Cinema è stata al centro delle discussioni di tutta lo spogliatoio. E' una favola sportiva, è stimolante ed avvincente. Vuoi sapere una cosa? La penalizzazione è stata il nostro Ivan Drago: sembrava un ostacolo insormontabile, è andata al tappeto". Grazie allo spirito di una squadra guidata da un guerriero: Marco Biagianti ha avuto la sua ricompensa. Catania. E sono di nuovo sorrisi.