Nella partita persa contro il Belgio il collega Courtois lo aveva definito “un po’ troppo basso”, perché per un soffio non era arrivato a deviare la conclusione di Januzaj. Jordan Pickford però non fa caso all’altezza e si fa gigante quando c’è da salvare la sua Inghilterra. Anche perché dall’alto dei suoi 184 centimetri non può essere considerato così basso. Il portiere dell’Everton ha solo 24 anni ma è già diventato un eroe in patria. Ha la faccia di un ragazzo inglese come tanti, di quelli che potresti trovare ogni giorno al pub sotto casa, ma ormai di normale ha ben poco. Con la Colombia ha interrotto una maledizione che durava da 28 anni. Ha portato l’Inghilterra a vincere la lotteria dei rigori dopo una serie infinita di delusioni. Merito anche di una borraccia su cui il preparatore dei portieri aveva scritto la direzione in cui avrebbero tirato i colombiani.
Oggi con la Svezia il giovane portiere è riuscito a superarsi. Ha preso tutto, ha chiuso la prima partita del suo Mondiale con la porta inviolata. Almeno tre interventi decisivi a giustificare la decisione del ct Southtage di schierarlo dall’inizio della competizione al posto dei più esperti Jack Butland e Nick Pope. Un anno fa è diventato il portiere inglese più pagato della storia della Premier League (quasi 29 milioni sborsati dall’Everton), oggi sta dimostrando di valere ogni centesimo. E’ nato nei sobborghi di Sunderland, è tifoso dei ‘Black Cats’ ed è proprio lì che ha iniziato la sua carriera. Quando il padre non riusciva a portato agli allenamenti ci pensava la madre, che lo accompagnava in taxi. Fin da bambino i genitori lo hanno seguito ovunque, in ogni angolo del paese. Lui sul sedile posteriore della macchina mangiava la pasta e il pollo che gli preparava mamma Sue e continuava a collezionare premi come miglior portiere.
Talento e ambizione, questi i segreti del giovane Pickford, che voleva passare in prima squadra già a 17 anni. Ha dovuto aspettare un bel po’ per farlo, ha dovuto prima girare parecchio. Darlington, Alfreton Town, Burton Albion, Carlisle United, Bradford City e Preston North End. Queste le tappe che lo hanno poi portato di nuovo al Sunderland, dove gli è bastato poco per mettersi in luce. Fino a qualche anno fa era un ragazzo come tanti: chiedeva ai suoi followers su twitter di aggiungerlo sull’Xbox, andava al cinema con la ragazza per vedere ‘Fast and Furious’ e si lamentava di aver perso 20 pound e di non aver più soldi per lo shopping. Ora Pickford non dovrà più preoccuparsi di questo. Il ragazzo normale è diventato idolo, in Russia ha interrotto maledizioni e portato l’Inghilterra in semifinale, un traguardo che mancava da Italia ’90. Forse ora ci penseranno su due volte prima di considerarlo troppo basso.