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Data: 02/05/2018 -

Tanti auguri a David Beckham! Il londinese più amato del mondo col sogno di Old Trafford

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"D'accordo, bene... E tu invece, David, che vuoi fare da grande?" ,"Io... Il calciatore!". "No, aspetta; quello che davvero vuoi fare come lavoro", "Eh, il calciatore! Questa è l'unica cosa che voglio nella mia vita". Dove siamo? In una delle tante scuole londinesi, in mezzo a bambini annoiati e banchi usurati da vecchiaia e scarabocchi. La sicurezza di questo ragazzino, biondo e dal sorriso penetrante, quasi stona in così tanta grigia e monotona normalità. Lui vive, pensa, sogna a colori: il verde dei campi, il bianco delle reti, l'oro dei trofei. E il rosso di Manchester... Ah, lo United! Il signor Ted Beckham ha una passione sfrenata per i 'diavoli rossi' e naturalmente suo figlio non può che crescere col mito di quella maglia.

Troppe le gite all'Old Trafford partendo da Londra, tante le grida strozzate davanti al televisore. Londra è territorio nemico, meglio non farsi sentire. E col pallone? Forse c'è nato, l'ostetrica l'avrà tirato fuori mentre palleggiava. Tanti i provini per farsi notare, in giro per l'Inghilterra e l'Europa, come quando vinse un concorso per allenarsi nel Barcellona. Città e colori che rivedrà, sì, ma solo da grande avversario. Lui, definitosi "halfJewish", per il rapporto che lo legava al nonno ebreo, comincia a calciare seriamente palloni proprio nella squadra del quartiere yiddish della sua città, il Tottenham. È lì, e nel Brimsdown Rovers soprattuto, che i missili sparati da fermo, fuori area o centrocampo, cominciano a diventare materia di chiacchiere sulle bocche di chi in quei campi ci lavora. E all'ennesima prodezza fuori dal comune decide di portarselo via, verso il teatro dei sogni, là dove David aveva avuto la possibilità di toccare il campo solo come mascotte, nell'86', in un Manchester Utd-WestHam.

Uno tra i tanti? No, uno come tanti. Perché se David tecnicamente è una forza della natura, lì a Manchester, a fargli compagnia, c'è un altro gruppo di ragazzi altrettanto fenomenale. Nessun altro club, nella sua storia, ha potuto vantare una primavera di tale caratura: Gary Neville in difesa, Paul Scholes sulla mediana e larghi, a pungere e servire palloni al bacio per le punte, Ryan Giggs e Beckham. C'è voluto poco perché esplodessero e sostituissero i veterani partenti Paul Ince, Mark Hughes e Andrei Kanchelskis. Prima la 10 dei trequartisti, poi la 7 lasciata libera da Cantona. Numero magico, prezioso quello, stampato di bianco sopra uno sfondo rosso. Chi l'aveva indossata? I piedi più delicati passati da OldTrafford: George Best, Bryan Robson, più tardi anche Cristiano Ronaldo. Ma adesso toccava a lui. Che chissà quante volte l'avrà sognata da bambino quella casacca. Ed ora se la ritrovava cucita sul petto. Rincorsa misurata, conto dei passi; il busto leggermente piegato verso l'indietro, il movimento di bacino basculante.

Poi il silenzio. Quel destro lasciato andare come pennello su tela, la mano distesa in alto, la sinistra, a cercare Dio e la sua forza, un contatto istantaneo, brevissimo. E la gente. Che grida e si tira la maglia, la palla già in fondo al sacco, mentre quel ciuffo biondo scorrazza imbizzarrito per il campo. Manchester, Madrid, Los Angeles, Milano, Parigi; dove siamo poco importa. David ne ha fatta un'altra delle sue. Vedetela dove preferite: al limite dell'area, dai trenta metri, defilata lungo la fascia. O a centrocampo nella sua metà. In qualsiasi zona del campo la immaginiate, sappiate che sarà quella giusta. Zolle impossibili? No, non ce ne sono. Ha già preso la palla in mano e risolto tutto come scritto sopra.

Palmares? Forse stavolta nemmeno ce n'è bisogno. Basta questo, un semplice inciso: il primo calciatore inglese ad aver vinto il campionato in quattro nazioni diverse. Più varie coppe nazionali. Più riconoscenze individuali. Più (sì, anche lei) la Champions League. E più.. L'amore della gente. Trovatelo qualcuno che odi David Beckham. Sublime per i tifosi nel rettangolo di gioco e per le tifose su un cartellone pubblicitario. Esteticamente perfetto nei movimenti in campo, così come nei book fotografici per chissà quale nome della moda. Codino o ciuffo gellato? La 7 rossa o la 23 blanca? Esterno puro o mezz'ala? Sceglietelo come più vi piace. Come lo vogliate, tanto fa impazzire tutti. Oggi 43 anni, Happy birthday Becks!



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