Come in una poesia di D’Annunzio. Ascolta: non è un tuono quello che esplode alle 20.30. Anche se la pioggia a Torino comincia ad aumentare. Ma il boato dell’Allianz Stadium sembra un po’ ricordarlo quando così, a freddo, Dybala lascia sul posto Pisacane e Ceppitelli per il vantaggio di Juventus-Cagliari. Una mossa di danza. Sotto la pioggia e sotto la curva, l’argentino vede… rossoblu, realizzando la sua seconda rete stagionale dopo quella di qualche settimana prima al Bologna.
Un discorso che si
era interrotto, con qualche critica e qualche prestazione in ombra.
Un gol scaccia crisi (personale) che fa riprendere il percorso in
casa dopo quello scivolone contro un’altra rossoblu ancora, il
Genoa. Non se l’aspettava nessuno una partenza così. Pronti, via,
rete. Quarantadue secondi da quasi record, per il secondo gol più
veloce di sempre della Juve in Serie A. Il primo? Fu di Vidal dopo 18
secondi, e casualità vuole che fosse il 3 novembre di sei anni fa
proprio a Torino e proprio contro il Cagliari. Una strana ricorrenza
all’interno di una partita cominciata nel migliore dei modi e
proseguita con qualche difficoltà di troppo.
Ma è un’altra
storia. La Torino piovosa di questo 3 novembre ricorderà quella
finta di Dybala o quell’assist al bacio di Ronaldo (servito proprio
dal numero 10) per il terzo gol di Cuadrado. E penserà col sorriso a
quell’ennesima ovazione nei confronti di Padoin che in questo
stadio non può non sentirsi a casa. Una volta il suo vecchio
pubblico cantava: “Che ci frega di Ronaldo, noi abbiamo Padoin”.
Ora non si può più fare, perché Ronaldo c’è davvero. Hanno
provato a modificarlo, scandendo a più riprese il suo
nome all’ingresso in campo e nel momento della sostituzione per
Sau: l’effetto è stato sempre bellissimo.
Peccato, sponda
Cagliari, per quella gioia effimera data dal gol di Joao Pedro, il
suo primo in assoluto alla Juventus. Sempre del numero 10, come
Dybala, sul primo palo. Ma questa sera, sotto la pioggia, si cantava e danzava solo
argentino.